La Nuova Sardegna

[EMPTYTAG]Spostamenti tra Regioni ancora vietati

[EMPTYTAG]Spostamenti tra Regioni ancora vietati

[EMPTYTAG]Il nuovo decreto conferma il rigore seguito fin qui e stabilisce altre limitazioni: niente più visite ai parenti in zona rossa

23 febbraio 2021
3 MINUTI DI LETTURA





[FIRMA&LUOGO]di Matteo Guidelli e

Luca Laviola

<MC>ROMA

[TESTO]Stop agli spostamenti tra le Regioni e lockdown più duro nelle zone rosse fino al 27 marzo: il primo decreto sull'emergenza Covid del governo di Mario Draghi conferma la linea del rigore e introduce, anzi, un ulteriore inasprimento rispetto al provvedimento che scadrà il 25 febbraio, frenando, per ora, il pressing delle Regioni ma anche di parte della nuova maggioranza, a partire dalla Lega. Per altri 30 giorni, dunque, la mobilità sarà interdetta in tutta Italia, ad eccezione degli «spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità e motivi di salute» e per far rientro «alla propria residenza, domicilio o abitazione».
Una scelta in linea con quanto sollecitato dagli scienziati che da tempo ripetono come il blocco degli spostamenti sia una delle chiavi per tentare di arginare il diffondersi delle varianti del virus. Ma il Consiglio dei ministri è andato oltre, ritenendo anche necessario modificare la norma che consentiva tra le 5 e le 22 la possibilità di andare a trovare amici o parenti in un'abitazione diversa dalla propria, una sola volta al giorno e in massimo due persone oltre ai figli minori di 14 anni.
Il vecchio decreto consentiva questo tipo di spostamenti all'interno della regione in zona gialla e nell'ambito comunale in quella arancione e rossa. Il testo approvato ieri, invece, li vieta nelle zone rosse dove, di fatto, si tornerà ad un lockdown come a marzo: da casa si potrà infatti uscire, a parte i motivi di lavoro, salute e necessità, solo per fare attività motoria o sportiva nei pressi della propria abitazione. Resta infine confermata la misura che consente a chi abita nei Comuni con meno di 5 mila abitanti di poter muoversi anche verso comuni diversi, ma in un raggio di 30 chilometri e non nei capoluoghi di provincia
Una stretta ulteriore che conferma i timori del governo e che è passata nonostante all'interno della maggioranza le posizioni siano tutt'altro che unitarie, con la linea rigorista del ministro della Salute Roberto Speranza contrastata apertamente da Matteo Salvini. «C'è bisogno di un ritorno alla vita. Con serenità, prudenza e attenzione, ma serve trovare soluzioni per ripartire», dice il leader della Lega chiedendo che i ristoranti possano lavorare anche la sera e la riapertura di piscine, palestre, teatri. Argomento, quello dell'apertura di cinema e teatri, su cui è tornato anche il ministro della Cultura Dario Franceschini annunciando di voler portare al Comitato tecnico scientifico una serie di valutazioni fatte dagli uffici del ministero e dalle associazioni di categoria per la ripresa degli spettacoli in vista del 5 marzo, quando scadrà il Dpcm.
Servirà infatti definire protocolli molto dettagliati e, soprattutto, decidere con ampio anticipo per consentire all'intero settore, nel caso, di potersi rimettere in moto. E proprio il 5 marzo è l'altra data cruciale, quella in cui si capirà davvero come il governo intende gestire i prossimi mesi di pandemia. «Le varianti preoccupano, ma il sistema delle fasce ha funzionato bene, compatibilmente con la sofferenza dell'intero paese» ha sottolineato il coordinatore del Cts Agostino Miozzo uscendo da palazzo Chigi. E il governo, almeno per il momento, non sembra intenzionato ad abbandonare quel sistema. Da domani al 5 marzo a Ventimiglia e Sanremo, i centri più vicini a Nizza dove si è registrato un imponente aumento dei contagi, saranno chiuse tutte le scuole mentre solo per Ventimiglia e i comuni limitrofi scatterà anche il divieto di asporto e quello di vendita di alcolici dalle 18.

In Primo Piano
Verso il voto

Gianfranco Ganau: sosterrò la candidatura di Giuseppe Mascia a sindaco di Sassari

Le nostre iniziative