La Nuova Sardegna

«Mandati all’aria anni di investimenti»

di Giusy Ferreli
«Mandati all’aria anni di investimenti»

Il titolare di un’azienda modello di Talana: dalla Ue è arrivata una doccia gelata

23 febbraio 2021
2 MINUTI DI LETTURA





TALANA. «Negli ultimi anni, tutti i miei sforzi si sono indirizzati verso un unico traguardo: poter esportare i prodotti del mio allevamento di suini oltre i confini della Sardegna. Per questo ho messo in campo ingenti investimenti ma ora la mancata revoca del blocco, una vera e propria doccia gelata, vanifica tutti il mio lavoro». Stefano Arzu, allevatore ogliastrino, a capo di un’azienda agricola certificata che si trova nella piana tra Lotzorai e Talana, non nasconde l’amarezza per la proroga del blocco dell’export di carne e prodotti della filiera suinicola disposto dal provvedimento della commissaria europea alla Salute e sicurezza alimentare, la cipriota Stella Kyriakides, nonostante l’ultimo focolaio risalga al 2018.

Ad “Arbuleu” Arzu, figlio e nipote di allevatori, conduce un’azienda modello nella quale alleva capre, mucche e anche 400 maiali, allevati in biosicurezza, nel rispetto di tutte le regole sanitarie e del benessere animale. «Se in questi anni ho tenuto duro, se ho sostenuto dei costi ingenti per adeguarmi alle norme, è perché ho creduto nelle prospettive future. Il mercato interno della Sardegna non basta e il via libera dell’Europa, per noi allevatori, avrebbe rappresentato la consacrazione di un percorso virtuoso e un’opportunità di crescita economica» incalza l’allevatore ogliastrino, la cui delusione sconfina nell’indignazione e si somma alle tante aspettative tradite, a suo dire, dalle istituzioni.

Arzu, presidente di sezione di Coldiretti nel suo paese, da sempre molto attivo nel mondo delle campagne, ricorda che il mancato traguardo rappresenta una sconfitta per un settore dalle grandi potenzialità economiche. Un settore messo in ginocchio da 42 anni di peste suina africana, ma che, anche grazie all’impegno dell’Unità di progetto per l’eradicazione del morbo costituita nel 2015 per volere della giunta Pigliaru, nei mesi scorsi aveva visto la luce in fondo al tunnel. Come Arzu, tanti altri allevatori, in particolare quelli della zona rossa rappresentata dall’Ogliastra e dal Nuorese, hanno deciso di regolarizzarsi ma ora le loro attività si trovano in difficoltà anche per le vicissitudini legate alla pandemia. «Oltre che con la mancanza di prospettiva ci dobbiamo confrontare con gli effetti del Covid 19: i maialetti – conclude l’allevatore – non si vendono perché, con i ristoranti aperti solo a pranzo, la domanda scarseggia e gli indennizzi promessi dalla Regione rimangono un miraggio. I 129 euro a scrofa che sarebbero dovuti arrivare, come preannunciato, in tempi rapidi, difficilmente si vedranno prima di giugno per i soliti cavilli burocratici».

In Primo Piano
Santissima Annunziata

Sennori, cade dallo scooter all’ingresso del paese: grave una sedicenne di Sorso

Video

Impotenza maschile e suv, ne discutono le donne: la risposta di Geppi Cucciari ai talk show dove soli uomini parlano di aborto

Le nostre iniziative