La Nuova Sardegna

Sequestrate trenta littorine Sono “patrimonio storico”

di Luciano Onnis
Sequestrate trenta littorine Sono “patrimonio storico”

Blitz della finanza e dei carabinieri in quattro depositi ferroviari dell’isola

24 febbraio 2021
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CAGLIARI. Quelle vecchie littorine che giacciono abbandonate anche da qualche decennio in diversi scali ferroviari dell'isola e che in tanti reputavano come carcasse difficili anche da smaltire, sono invece un patrimonio storico-culturale da preservare e recuperare, per essere consegnate poi alla storia delle ferrovie della Sardegna. Lo avevano intuito, operando sinergicamente, la Guardia di finanza e il Nucleo Tutela patrimonio culturale di Cagliari che, coordinati dalla Procura della Repubblica del capoluogo, sono arrivati ieri a un clamoroso epilogo: oltre 30 fra littorine e carrozze ferroviarie sono state poste sotto sequestro in quanto ritenute soggette a vincolo di interesse storico. Ieri mattina il provvedimento è stato eseguito da uomini delle Fiamme Gialle e del Noe negli scali ferroviari di Sassari, Monserrato, Mandas e Macomer, dov’è concentrato il maggior numero carcasse, più o meno malridotte, dei veicoli rotabili di passata generazione. Littorine, carrozze passeggeri e anche qualche carro merci sono stati circondati dal nastro biancorosso apposto dai militari, con annessa copia del decreto dell'ordinanza di sequestro emesso dalla Procura. Oggetto del sequestro mezzi ferroviari databili tra i primi del ‘900 ed il 1932.

L’attività investigativa della Finanza, sviluppata in sinergia con i carabinieri del Noe che hanno specifiche competenze nella tutela del patrimonio, si è avvalsa delle rilevazioni aeree eseguite dal Reparto operativo aeronavale delle Fiamme Gialle. Sotto il coordinamento della Procura, sono state svolte verifiche congiunte nelle stazioni ferroviarie di Sassari, Macomer, Monserrato e Mandas, trasformati in autentici cimiteri di mezzi rotabili: qui è stato possibile constatare lo stato di abbandono e di pessima conservazione in cui versano littorine e carrozze. Il parco dei vecchi mezzi – dicono gli investigatori della Finanza e del Noe –, in virtù dell’epoca di fabbricazione deve essere assoggettato al vigente codice dei Beni culturali, secondo cui il patrimonio di interesse storico/artistico deve essere adeguatamente conservato da parte dell’ente proprietario e, quindi, destinato ad un uso compatibile con il suo carattere storico. Questi mezzi di vecchia generazione e la rete ferroviaria a scartamento ridotto della Sardegna, che si estende per circa 609 chilometri sui 1.035 totali di ferrovia esistenti nell’isola, ne fanno un caso unico nel panorama non solo italiano, ma addirittura europeo.

«Il sequestro si è reso necessario al fine di assicurare il corpo di reato in attesa di accertare – precisano il comandante regionale della Guardia di finanza, Gioacchino Angeloni, e il comandante del Noe, Paolo Montorsi -, anche a mezzo di successive attività ispettive da espletare con l’ausilio di personale qualificato della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Cagliari, l’effettivo interesse culturale del parco rotabile, nonché la consistenza, lo stato di conservazione e manutenzione dello stesso».

Diversa la posizione dell’Arst che dichiara «di avere fiducia nell’operato della magistratura» e spiega che «i mezzi presenti nei depositi ferroviari aziendali sono custoditi, in attesa di individuare specifici finanziamenti, per l'avvio di un programma di recupero degli stessi che richiede un consistente impegno in termini finanziari ed economici». «L'attenzione di Arst - sottolineano dall'azienda - è costantemente rivolta alla preservazione del patrimonio ferroviario isolano pervenuto dallo Stato alla Regione solo nel 2008 e in condizioni di forte criticità».

Con il sequestro delle storiche littorine e delle carrozze ferroviarie, l'attività investigativa dei militari operanti non può essere considerata conclusa. Sono infatti al vaglio degli inquirenti anche alcune ipotesi di reato quali danneggiamento del patrimonio storico culturale nazionale, uso illecito di beni culturali, pregiudizievole per la loro stessa conservazione ed abuso d’ufficio. Ma non è neppure da escludere che ci possano essere sviluppi anche in materia di inquinamento ambientale.

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