Covid, vaccinazioni e screening in Sardegna: accordo con gli infermieri
La Regione ha stanziato 6 milioni: a scendere in campo saranno 33 team. Immunizzazione degli over 80: entro lunedì l’intesa con i medici di base
24 febbraio 2021
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CAGLIARI. L’accordo fra la Regione e gli infermieri è stato firmato: saranno 33 i team che parteciperanno alle due campagne, la vaccinazione e lo screening di massa. Resta, invece, ancora incerto il giorno in cui ci sarà l’incontro fra l’assessorato alla sanità e i medici di famiglia, per far partire l’immunizzazione degli over 80 a partire da lunedì prossimo. «Un primo risultato importante – fanno sapere dalla Regione – lo abbiamo raggiunto con gli infermieri. Il prossimo sarà quello con i medici di medicina generale. Perché è davvero nell’interesse di tutti aumentare in fretta il numero delle vaccinazioni».
Infermieri. Sono sei i milioni stanziati dalla Regione per la partecipazione straordinaria degli infermieri in questa fase della lotta alla pandemia. A raggiungere l’accordo sono stati il commissario dell’Ats-Ares, Massimo Temussi, l’assessore alla sanità, Mario Nieddu, e la segreteria del NurSind, il sindacato delle professioni infermieristiche. «Siamo molti soddisfatti del risultato – è il commento di Fabrizio Anedda, coordinatore di NurSind – È stata sbloccata la quota regionale dei finanziamenti nazionali per le cosiddette prestazioni aggiuntive ed era questo l’ultimo passaggio che mancava. A questo punto la partecipazione degli infermieri sarà immediata e diretta sia sul fronte dello screening sia su quello delle vaccinazioni». I team che scenderanno in campo saranno 33 e di conseguenza gli infermieri coinvolti dovrebbero essere oltre 130. La loro presenza permetterà di rendere subito operativi i 72 punti vaccinali previsti dal Piano regionale.
Medici di famiglia. Dall’assessorato alla sanità anche la conferma che i sindacati dei medici di medicina generale saranno convocati massimo all’inizio della prossima settimana. Lo schema di massima dell’accordo è scritto nel protocollo firmato pochi giorni fa a Roma fra il ministero delle salute e i sindacati Fimmg, Snami, Smi e Intesa sindacale. Oltre a essere stata decisa la tariffa che spetterà ai medici per ogni vaccinazione – sarà intorno ai 6 euro in ambulatorio, ai 10 se a domicilio – c’è scritto anche: «Spetterà alle Regioni siglare accordi territoriali sulla sicurezza e l’organizzazione della campagna vaccinale, compresa la tempistica sulla consegna e la conservazione delle dosi necessarie per garantire l’immunizzazione di tutti i pazienti in carico a ogni singolo medico». È proprio questo l’aspetto, logistico e non solo, su quale starebbe lavorando l’assessorato alla sanità, per presentare ai sindacati dei medici una bozza di accordo non sono condivisibile ma soprattutto operativa in tempi molti rapidi». I medici hanno già fatto sapere di essere pronti a scendere in campo, ma dalla Regione si aspettano risposte certe proprio sulla sicurezza.
Tempistica. Di sicuro l’accordo con i medici di famiglia dovrà essere raggiunto massimo all’inizio della prossima settimana. Stando al Piano regionale da lunedì primo marzo dovrebbero essere messi i preallarme gli over 80 nati prima del 1937 e lo saranno – si legge – con «un Sms per invitare il cittadino a manifestare la volontà di aderire alla campagna vaccinale e poi sarà stabilità data, ora e luogo della somministrazione». Ma come farà l’Unità centrale ad avere i numeri di telefono di vaccinandi? A comunicarli al Cup dovranno essere per forza i medici di famiglia, che da sempre conoscono i recapiti dei loro pazienti, ed ecco perché l’accordo annunciato dovrà essere firmato prima che parta la nuova fase della campagna. (ua)
Infermieri. Sono sei i milioni stanziati dalla Regione per la partecipazione straordinaria degli infermieri in questa fase della lotta alla pandemia. A raggiungere l’accordo sono stati il commissario dell’Ats-Ares, Massimo Temussi, l’assessore alla sanità, Mario Nieddu, e la segreteria del NurSind, il sindacato delle professioni infermieristiche. «Siamo molti soddisfatti del risultato – è il commento di Fabrizio Anedda, coordinatore di NurSind – È stata sbloccata la quota regionale dei finanziamenti nazionali per le cosiddette prestazioni aggiuntive ed era questo l’ultimo passaggio che mancava. A questo punto la partecipazione degli infermieri sarà immediata e diretta sia sul fronte dello screening sia su quello delle vaccinazioni». I team che scenderanno in campo saranno 33 e di conseguenza gli infermieri coinvolti dovrebbero essere oltre 130. La loro presenza permetterà di rendere subito operativi i 72 punti vaccinali previsti dal Piano regionale.
Medici di famiglia. Dall’assessorato alla sanità anche la conferma che i sindacati dei medici di medicina generale saranno convocati massimo all’inizio della prossima settimana. Lo schema di massima dell’accordo è scritto nel protocollo firmato pochi giorni fa a Roma fra il ministero delle salute e i sindacati Fimmg, Snami, Smi e Intesa sindacale. Oltre a essere stata decisa la tariffa che spetterà ai medici per ogni vaccinazione – sarà intorno ai 6 euro in ambulatorio, ai 10 se a domicilio – c’è scritto anche: «Spetterà alle Regioni siglare accordi territoriali sulla sicurezza e l’organizzazione della campagna vaccinale, compresa la tempistica sulla consegna e la conservazione delle dosi necessarie per garantire l’immunizzazione di tutti i pazienti in carico a ogni singolo medico». È proprio questo l’aspetto, logistico e non solo, su quale starebbe lavorando l’assessorato alla sanità, per presentare ai sindacati dei medici una bozza di accordo non sono condivisibile ma soprattutto operativa in tempi molti rapidi». I medici hanno già fatto sapere di essere pronti a scendere in campo, ma dalla Regione si aspettano risposte certe proprio sulla sicurezza.
Tempistica. Di sicuro l’accordo con i medici di famiglia dovrà essere raggiunto massimo all’inizio della prossima settimana. Stando al Piano regionale da lunedì primo marzo dovrebbero essere messi i preallarme gli over 80 nati prima del 1937 e lo saranno – si legge – con «un Sms per invitare il cittadino a manifestare la volontà di aderire alla campagna vaccinale e poi sarà stabilità data, ora e luogo della somministrazione». Ma come farà l’Unità centrale ad avere i numeri di telefono di vaccinandi? A comunicarli al Cup dovranno essere per forza i medici di famiglia, che da sempre conoscono i recapiti dei loro pazienti, ed ecco perché l’accordo annunciato dovrà essere firmato prima che parta la nuova fase della campagna. (ua)