La Nuova Sardegna

Chi subisce bullismo chieda aiuto

di Michela Aste e Giorgia Pinna*

Il fenomeno del bullismo e del cyberbullismo è diffuso particolarmente tra gli adolescenti. Il bullismo è purtroppo molto frequente e consiste nell’offendere, umiliare una persona ritenuta debole,...

25 febbraio 2021
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Il fenomeno del bullismo e del cyberbullismo è diffuso particolarmente tra gli adolescenti. Il bullismo è purtroppo molto frequente e consiste nell’offendere, umiliare una persona ritenuta debole, attraverso anche la violenza fisica, e di conseguenza psicologica.

Solitamente l’iniziativa è di una persona che prende così il nome di bullo, e il più delle volte è seguita da un gruppo di coetanei. I bulli sono senza dubbio quelli che soffrono di più, tendono a far star male le persone che hanno intorno per sentirsi meglio con se stessi. Avviene maggiormente nelle scuole e in tutti i luoghi in cui il numero di bambini e adolescenti è elevato, ci riferiamo ad esempio alle palestre, alle piazze, ai parchi…

Per cyberbullismo si intende a differenza del bullismo, una violenza di tipo prevalentemente psicologica che avviene mediante i social network, come Instagram, Whatsapp e Telegram, chat e siti in cui è facile la diffusione di foto da parte soprattutto di persone che usano profili anonimi: su Telegram ultimamente questo fenomeno è molto frequente, possiamo infatti notare la creazione di molti gruppi in cui vengono condivise immagini intime e non solo.

Nel 2018 è stata creata una fondazione da parte di un padre che ha purtroppo perso sua figlia, Carolina Picchio. Lei è stata vittima di cyberbullismo dopo essere andata ad una festa con dei suoi coetanei, in rete iniziò a circolare un video che la ritraeva ubriaca alla festa in questione, in poco tempo anche persone da lei non conosciute lo hanno avuto in possesso. Dopo tante minacce e insulti non riuscì più a sopportare questo peso e prese la terribile decisione di porre fine alla sua vita: farla finita, chiudere con il mondo, è stata l’unica soluzione che ha potuto trovare per uscire dal terribile incubo che si è ritrovata a vivere.

“Le parole fanno più male delle botte. Ma a voi non fanno male? Siete così insensibili?”. Queste sono le più sentite parole di Carolina, ritrovate nella lettera che lasciò prima di suicidarsi.

Molte altre persone come Carolina, non riescono più a sopportare queste umiliazioni, i bulli non riconoscono il senso del limite ed esagerano portando le vittime all’autolesionismo, all’isolamento, alla depressione e nel peggior dei casi al suicidio.

Il nostro consiglio è quello di non vergognarsi a raccontare questi episodi, là fuori ci sono persone di cui ci si può fidare, che hanno intenzione di darvi una mano, non siete soli, non abbiate paura!

* Michela e Giorgia frequentano l’Ipsia “Galileo Ferraris” di Iglesias

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