Il Sardinia radio telescope si potenzia
La compagnia Leonardo migliorerà le capacità di osservazione dei detriti spaziali
25 febbraio 2021
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SASSARI. Un occhio più acuto per garantire la sicurezza nello spazio. Inizia il potenziamento del Sardinia radio telescope (Srt), il radiotelescopio gestito dall'Osservatorio astronomico di Cagliari dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf). Ad aggiudicarsi le due gare dell’Inaf per il miglioramento dell’infrastruttura è stata la compagnia Leonardo, attraverso la controllata Vitrociset. I lavori permetteranno di migliorare le capacità scientifiche del radiotelescopio sardo nel monitoraggio dei detriti spaziali. Vitrociset si occuperà, in particolare, “dell'integrazione dei sistemi elettromeccanici al servizio dei ricevitori sul radiotelescopio, e fornirà all'infrastruttura un sistema metrologico avanzato”, si legge in una nota di Leonardo. I lavori di potenziamento consentiranno, inoltre, “di integrare e validare la nuova strumentazione scientifica, predisporre l'infrastruttura per gli sviluppi tecnologici e scientifici, razionalizzarne le attività di manutenzione e gestirne e migliorarne l'affidabilità”.
Il radiotelescopio sarà quindi impiegato anche nell’osservazione dei movimenti di quella che viene anche chiamata “spazzatura spaziale”, un termine che si riferisce ai manufatti umani abbandonati che sono rimasti in orbita attorno alla Terra. Una categoria di cui fanno parte diversi tipi di oggetti, da quelli più grandi a quelli di dimensioni più ridotte. Sono considerati “rifiuti spaziali” gli stadi dei razzi utilizzati per spingere in orbita le varie missioni spaziali, dai programmi statunitensi Mercury, Gemini e Apollo, a quelli sovietici che hanno portato in orbita i satelliti Sputnik e la navicella Vostok del programma Zenit, fino ai più moderni Shuttle o agli ultimi Sojuz. Il radiotelescopio sardo terrà d’occhio anche i frammenti dei satelliti e altri materiali che possono diventare pericolosi per le attività nello spazio. L’alta velocità orbitale trasforma i detriti in pericolosissimi “proiettili” spaziali e anche un oggetto di dimensioni ridotte può causare danni enormi, sia che entri in contatto con veicoli spaziali sia che si infranga su uno dei numerosi satelliti in orbita: Le probabilità che questo accada, poi, sono sempre più alte proprio per il numero crescente di “rifiuti” in orbita. A dimostrazione delle dimensioni del problema, la Stazione spaziale internazionale è stata dotata di protezioni in grado di limitare gli effetti di un evento di questo tipo. Ad aumentare il livello di sicurezza, adesso, ci penserà anche il Sardinia radio telescope che, come si legge nel sito della Vitrociset, è una delle soluzioni previste per risolvere il problema. L’Esa, l’agenzia spaziale europea , stanno studiano la possibilità di utilizzare un robot in grado di rimorchiare i detriti fino al rientro in atmosfera o di una “rete” che potrebbe essere utilizzata per intercettare quelli di dimensioni maggiori, magari dopo una rilevazione effettuata da uno degli “occhi” che scrutano lo spazio alla ricerca di spazzatura orbitale.
Il radiotelescopio sarà quindi impiegato anche nell’osservazione dei movimenti di quella che viene anche chiamata “spazzatura spaziale”, un termine che si riferisce ai manufatti umani abbandonati che sono rimasti in orbita attorno alla Terra. Una categoria di cui fanno parte diversi tipi di oggetti, da quelli più grandi a quelli di dimensioni più ridotte. Sono considerati “rifiuti spaziali” gli stadi dei razzi utilizzati per spingere in orbita le varie missioni spaziali, dai programmi statunitensi Mercury, Gemini e Apollo, a quelli sovietici che hanno portato in orbita i satelliti Sputnik e la navicella Vostok del programma Zenit, fino ai più moderni Shuttle o agli ultimi Sojuz. Il radiotelescopio sardo terrà d’occhio anche i frammenti dei satelliti e altri materiali che possono diventare pericolosi per le attività nello spazio. L’alta velocità orbitale trasforma i detriti in pericolosissimi “proiettili” spaziali e anche un oggetto di dimensioni ridotte può causare danni enormi, sia che entri in contatto con veicoli spaziali sia che si infranga su uno dei numerosi satelliti in orbita: Le probabilità che questo accada, poi, sono sempre più alte proprio per il numero crescente di “rifiuti” in orbita. A dimostrazione delle dimensioni del problema, la Stazione spaziale internazionale è stata dotata di protezioni in grado di limitare gli effetti di un evento di questo tipo. Ad aumentare il livello di sicurezza, adesso, ci penserà anche il Sardinia radio telescope che, come si legge nel sito della Vitrociset, è una delle soluzioni previste per risolvere il problema. L’Esa, l’agenzia spaziale europea , stanno studiano la possibilità di utilizzare un robot in grado di rimorchiare i detriti fino al rientro in atmosfera o di una “rete” che potrebbe essere utilizzata per intercettare quelli di dimensioni maggiori, magari dopo una rilevazione effettuata da uno degli “occhi” che scrutano lo spazio alla ricerca di spazzatura orbitale.