La Nuova Sardegna

Luca e Vittorio eroi caduti per la Patria

di Maria Marras*

La vita per la Patria. È questa la scelta che Luca e Vittorio hanno fatto nella loro vita e che hanno adempiuto fino alla fine durante l'attacco al convoglio del World Food Programme, avvenuto la...

25 febbraio 2021
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La vita per la Patria. È questa la scelta che Luca e Vittorio hanno fatto nella loro vita e che hanno adempiuto fino alla fine durante l'attacco al convoglio del World Food Programme, avvenuto la mattina del 22 febbraio nel tragitto che porta da Goma a Rutshuru, dove entrambi hanno perso la vita. Luca era nato a Saronno in provincia di Varese, anche se viveva con la famiglia a Limbiate, aveva 43 anni ed era l'ambasciatore italiano nella Repubblica Democratica del Congo, Africa Centrale. Si era laureato all'università Bocconi in economia aziendale con il massimo dei voti nel 2001 e, due anni dopo, fu nominato segretario di legazione nella carriera diplomatica e nel 2004 ricevette la conferma ufficiale del ruolo. Grazie alla sua tenacia e dedizione nel 2017 era stato nominato ambasciatore straordinario plenipotenziario in Africa.

Vittorio invece, era nato a Sonnino in provincia di Latina, dove tutt'ora risiedono i genitori e la fidanzata. Avrebbe compiuto 31 anni il mese prossimo. Precedentemente alla carriera nell'Arma dei Carabinieri aveva prestato servizio nella Brigata Paracadutisti Folgore e successivamente nel 2016 è transitato nell'Arma frequentando la scuola Allievi Carabinieri di Iglesias ottenendo ottimi risultati. Terminato il percorso formativo alla scuola era stato assegnato al XIII Reggimento Carabinieri di Gorizia. «Abbiamo il dovere di dare l'esempio» , diceva l'ambasciatore Attanasio durante il suo discorso in occasione della premiazione “Nassiriya per la Pace” nell’ottobre 2020 per il suo impegno nella salvaguardia della Pace tra i popoli. Amava il suo lavoro e soprattutto aiutare le persone, per questo è stato presente in diversi progetti di assistenza umanitaria nei paesi meno sviluppati. Vittorio invece era un eroe quasi invisibile. Credeva fermamente in quello che faceva e dimostrava la sua passione con il lavoro, senza sentire il bisogno di doversi mettere in mostra. Ha dimostrato inoltre molta professionalità nel mantenere riservata la sua vita privata, che è un attributo molto importante per un carabiniere, specie se si presta servizio in reparti operativi come quello del XIII Reggimento. Ora ci stiamo ponendo tante domande: tutto questo era evitabile? L'attacco era mirato o si trattava di un tentativo di rapimento andato male? Com’è possibile che l'ambasciatore italiano si sposti lungo un tragitto senza una scortama con solo un carabiniere che, per quanto addestrato, non può tenere a bada un gruppo armato? Da italiana dico grazie a questi due uomini, caduti servendo la Patria. Grazie per averci insegnato che con l’amore e la determinazione, si può diventare persone importanti nella società e soprattutto che fare del bene è una cosa preziosa. Buon viaggio.

* Maria frequenta l’Istituto tecnico commerciale Satta di Nuoro

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