La forza dell’isola per un futuro di nuovo normale
C’è un futuro più normale, la prospettiva di un ritorno alla vita così come la conoscevamo un anno fa? Una vita che contempli i baci e gli abbracci, i viaggi, le feste, il lavoro stabile? Bisogna...
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C’è un futuro più normale, la prospettiva di un ritorno alla vita così come la conoscevamo un anno fa? Una vita che contempli i baci e gli abbracci, i viaggi, le feste, il lavoro stabile? Bisogna spingere lo sguardo oltre la siepe dei numeri di contagi, morti, ricoveri, tamponi. Occorrono uno sforzo di fantasia e un atto di fede nella capacità della scienza, con una visione di prospettiva che riesca a affrancarci dall’ansia del bollettino quotidiano. In questo anno anche il modo di comunicare gli aggiornamenti sulla pandemia è cambiato: un evento tanto nuovo e dirompente ha richiesto adattamento, correzioni, capacità di vedere i punti deboli e di correggerli. Hanno commesso errori gli amministratori pubblici e gli scienziati, ne hanno commesso anche i comunicatori. La Nuova ha cercato, sin dai primi giorni, sin dai primi contagi e dalle prime morti, di far prevalere la prudenza sul sensazionalismo, la responsabilità sulla primogenitura della notizia di un positivo in più. Con le cose che sappiamo oggi, con le armi che la scienza ha messo in mano ai medici, si può pensare a un futuro più tranquillo, anche se non nelle prossime settimane o nei prossimi mesi. La Sardegna ha debolezze, ma anche elementi di forza. Nella prima ondata siamo arrivati a essere praticamente liberi dal virus. Nella seconda siamo stati i primi a raggiungere valori da “zona bianca”. Risultati che bisogna avere la capacità di governare e custodire. E non è detto che il futuro sarà uguale al passato che abbiamo conosciuto sino a un anno fa. Ma dalle sventure e dagli errori si potrà uscire con lezioni di cui far tesoro. Ad esempio: vedere la sanità non come un costo, ma come una sicurezza. Che non va svenduta in nome del risparmio. (r.pe.)