La Nuova Sardegna

Scorie nucleari, i controdossier a luglio

Scorie nucleari, i controdossier a luglio

I 22 Comuni li avrebbero dovuti presentare entro marzo ma è scattato il rinvio

01 marzo 2021
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CAGLIARI. I Comuni avranno due mesi di tempo in più per rispondere, punto su punto, all’ipotesi di doversi caricare sulle spalle il deposito nazionale di scorie nucleari. La data è stata spostata in avanti dal decreto Milleproroghe, approvato giorni fa dal Parlamento: dal 5 marzo al 5 luglio. Di conseguenza slitterà anche il successivo seminario nazionale sulla rosa ristretta, da 120 a 240 giorni, e il che vuol dire non prima della fine di quest’anno.

La mappa. I Comuni sardi coinvolti nella mappa dei siti potenzialmente idonei sono 22: Siapiccia, Albagiara, Assolo, Mogorella, Usellus e Villa Sant’Antonio nell’Oristanese. Poi, nel Sud Sardegna, Nuragus, Nurri, Genuri, Tuili, Turri, Gergei, Mandas, Siurgus Donigala, Segariu, Guasila e Ortacesus. Infine, nel Medio Campidano, Setzu, Pauli Arbarei, Ussaramanna, Las Plassas e Villamar. Sin da subito i Comuni hanno risposto picche all’ipotesi avanzata dalla Sogin, incaricata dal Governo, ma il percorso prevede soprattutto osservazioni formali, leggi contestazioni, che ora dovranno essere presentate ai primi di luglio e non più a metà di questa settimana.

L’Anci. Á sollecitare il rinvio era stata l’Associazione dei Comuni: «Abbiamo bisogno più tempo per presentare i controdossier – si leggeva in un comunicato – Dove conformeremo comunque il nostro no all’ipotesi che il deposito sia ospitato in Sardegna». E qualche giorno dopo era stato il presidente regionale, Emiliano Deiana, a essere ancora più esplicito: «Il no della Sardegna non è e mai sarà negoziabile».

Il Cts. Con lo slittamento della data da marzo a luglio per i Comuni, ad avere più tempo sarà anche il Comitato tecnico scientifico costituto dalla Regione e coordinato da Andreina Farris, direttrice regionale dell’assessorato all’ambiente. Sarà poi proprio questo Comitato a inviare le controdeduzioni ufficiali all’ipotesi del deposito nazionale in Sardegna. Conclusioni scontate sin da ora: «Non è una soluzione neanche da prendere in considerazione».

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