La Nuova Sardegna

Bilancio bocciato Racugno non ci sta e va dall’avvocato

Bilancio bocciato Racugno non ci sta e va dall’avvocato

Il presidente sfiduciato dall’assemblea passa al contrattacco I soci si erano opposti alla chiusura del 2019 in perdita  

02 marzo 2021
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CAGLIARI. All’ultima assemblea, quella segnata dalla clamorosa bocciatura del bilancio a larghissima maggioranza, l’aveva detto: «Ricordatevi, io non sono un politico, ma uomo di diritto e continuerò a seguire sempre e solo quelle regole». Detto e fatto: l’avvocato Gabriele racugno, 77 anni, presidente di Abbanoa, si è rivolto a un altro legale, Massimiliano Ravenna, per accertare la correttezza del suo operato. Cioè dei criteri adottati per stilare il bilancio 2019 della società di gestione del servizio idrico. «Un bilancio in perdita, per via dell’applicazione – sostiene Racugno – delle regole di legge alla luce di sentenze della magistratura e con la condivisione di un parere reso dall'Università Bocconi di Milano». Non sono d’accordo gli azionisti Abbanoa che nell’assemblea del 16 febbraio hanno contestato al presidente di aver proposto il bilancio al 31 dicembre 2019 in rosso a causa dell'imputazione al passivo di crediti per conguagli regolatori (una presa d'atto di 318 cause perse su 330), modificando il progetto di bilancio positivo predisposto dal precedente organo amministrativo. In una nota il gestore evidenzia che «la perdita di 10 milioni circa rappresenta appena il 3 per cento del patrimonio netto dell'Azienda di 330 milioni di euro: non avrebbe avuto alcun effetto né sull'operatività di Abbanoa né sui bilanci dei propri azionisti. Il bilancio non è uno strumento per realizzare interessi scelti dagli amministratori o dai soci, ma è la fotografia dei dati economici dell'anno di riferimento: in questo caso il 2019». Racugno non ci sta: «Se non avessi agito in questo modo – spiega – avrei reso false comunicazioni sociali. Invece ho veritieramente esposto, secondo regole di legge, il bilancio al 31 dicembre 2019 i cui dati contabili sono stati verificati e condivisi da un parere dell'Università Bocconi di Milano».

L’atto di sfiducia nei confronti del presidente in una assemblea infuocata ha rappresentato l’atto finale della bufera scoppiata in Abbanoa già da diverse settimane e che vede i soci in forte contrapposizione con la triade di consiglieri indicati un anno fa dal centrodestra: una triade che non esiste più da tempo, dal momento che a fine gennaio si era dimesso l’amministratore delegato e consigliere Fernando Ferri, seguito a ruota dall’altro consigliere Franco Piga. Poi la contestazione fortissima al presidente Racugno, sfociata in una richiesta di dimissioni, non accolta. A breve sarà convocata un’altra assemblea con un unico punto all’ordine del giorno: la revoca dell’incarico a Racugno e la proposta di una nuova terna di consiglieri. Ma nel frattempo lo stop al bilancio ha suscitato l’attenzione della Bei, che vuole accertare quale sia la reale situazione finanziaria dell’Ente. La Banca europea degli investimenti aveva concesso ad Abbanoa un finanziamento di 200 milioni, di cui tra l’altro la metà è stata già erogata, per questo ha chiesto di essere tenuta informata sui prossimi passi che saranno compiuti anche per quanto riguarda il bilancio non approvato. Questa settimana è previsto l’incontro tra i rappresentanti Bei e quelli della società del servizio idrico.

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