La Nuova Sardegna

I sindacati bocciano il super staff in Regione: «Non è una riforma»

I sindacati bocciano il super staff in Regione: «Non è una riforma»

Troppi emendamenti, il Consiglio riprenderà martedì. Il Psd’Az in campo: «La macchina amministrativa è vecchia»

09 aprile 2021
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CAGLIARI. Gli emendamenti son troppi, 1.100, per poterli leggere e setacciare in una sola giornata. La commissione riforme ha chiesto più tempo. Le è stato concesso: in Consiglio regionale, il dibattito sul super staff del governatore e degli assessori riprenderà martedì mattina. L’ultima seduta, giovedì sera, è slittata alla settimana prossima proprio a causa della montagna di possibili correzioni, presentate soprattutto dalle opposizioni, che stanno facendo di tutto per fermare un disegno di legge bocciato come vergognoso. Per la verità anche la maggioranza di centrodestra più di un emendamento lo ha presentato, ma con ben altro obiettivo: dimostrare che l’ingaggio di manager e consulenti non costerà sei milioni, come sostengono le opposizioni, ma sarebbe meno della metà.

Sindacati in campo. A schierarsi contro il disegno di legge sono stati anche Cgil, Uil, Sadirs e Saf. «Altro che rivoluzione amministrativa ed efficienza, è una riforma destinata solo a far quadrare logiche di potere, interne alla maggioranza, con un discutibile spreco di denaro pubblico», è scritto in un comunicato dei sindacati che rappresentano gran parte dei seimila dipendenti della Regione. Per poi entrare nel dettaglio degli 11 articoli. Giampaolo Spano, Uil, ha detto: «La nuova struttura gerarchica, in particolare i capi dipartimento, finirà per appesantire una macchina già in affanno: almeno 600 posti vacanti, il turn over bloccato dal 2015 e i concorsi dal 2008». Gianni Deligia, Sadirs, ha aggiunto: «Non si può costruire un castello su pilastri traballanti. Invece di semplificare il sistema, le nuove gerarchie saranno un tappo. Non si può partire dal tetto quando si vuole ricostruire una casa». Per Roberta Gessa, Cgil, «aumenterà a dismisura il potere del presidente della Regione, a discapito degli assessori e del Consiglio regionale, e poi stravolgerà anche l'equilibrio tra la politica e la funzione amministrativa, che finirà per essere sottomessa e non più imparziale». I sindacati, in buona sostanza, non sono contrari a una riforma della Regione, dicono no a questa riforma, perché «è inutile, pericolosa e non prevede neanche un’assunzione», e quindi «il centrodestra farebbe bene a ritirarla». Ma la maggioranza non intenzione di fare passi indietro, al massimo qualcuno di lato.

Psd’Az in campo. Dopo aver ascoltato in silenzio la valanga di contestazioni arrivate dai banchi della minoranza, i sardisti hanno preso posizione con il capogruppo Franco Mula. «La narrazione delle opposizioni e dei sindacati – scrive – è piena di inesattezze. Il disegno di legge, invece, punta a una Regione moderna ed efficiente, in grado di rispondere alle esigenze dei cittadini e delle imprese con una struttura che superi il modello attuale. È vecchio di 40-50 anni fa, e infatti tutti abbiamo a che fare con una macchina farraginosa, zeppa di passaggi burocratici». Secondo il Psd’Az: «L'introduzione del segretario generale e dei tre dipartimenti servirà a garantire un'azione coordinata tra gli assessorati». Poi «gran parte dello staff sarà composto da personale interno all'amministrazione, trasferite in comando temporaneo, quindi già dipendenti della Regione». Di conseguenza, fatte le giuste correzioni, Mula non ha dubbi: «Il centrodestra, compatto, approverà la riforma». (ua)

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