La Nuova Sardegna

Forse il volto dell’assassino nel frammento di un video

di Gianni Bazzoni
Forse il volto dell’assassino nel frammento di un video

Inquirenti al lavoro per dare un nome a chi ha ucciso Mario Sedda

11 aprile 2021
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SASSARI. Non solo indumenti con tracce ematiche, un telefonino e qualche oggetto, anche le immagini registrate da alcune telecamere che - con un po’ di fortuna - potrebbero avere inquadrato una visuale “utile alle indagini” e quindi anche il possibile passaggio di chi ha ucciso Mario Sedda. Il lavoro degli specialisti dei carabinieri del Ris di Cagliari mai come in questo caso può risultare determinante per guidare gli inquirenti verso chi ha ammazzato il 39enne di Porto Torres. Una coltellata frontale al cranio con un’arma strana: la lama soprattutto, in ceramica. Non certo un materiale fragile come verrebbe da pensare ma con alte proprietà di resistenza per la presenza nella composizione dell’ossido di zirconio. Una parte della lama è stata individuata dal medico legale Salvatore Lorenzoni che ha effettuato l’autopsia sul corpo del giovane di Porto Torres e ha - di fatto - certificato la morte violenta e non per cause naturali. La ferita non era stata rilevata nelle prime fasi degli accertamenti sul luogo del ritrovamento del cadavere (anche per le condizioni del corpo) ma non è sfuggita all’esame del medico legale.

Chi è il proprietario di quel coltello? E perché se ne andava in giro armato? Cosa è successo in quell’angolo di campagna, a pochi metri dalle villette di via Sassari all’ingresso della città? E Mario Sedda aveva di fronte solo il suo assassino o anche qualcun altro?

Sono interrogativi ai quali stanno cercando di dare risposte i carabinieri che lavorano alla soluzione del caso. L’inchiesta è nelle mani del sostituto procuratore della Repubblica di Sassari Angelo Beccu che ora attende i primi risultati degli accertamenti scientifici per assumere le prossime decisioni.

La persona iscritta nel registro degli indagati, il 60enne di Porto Torres, ha scelto come difensore l’avvocato Claudio Mastandrea che già lo aveva seguito in passato per altre vicende giudiziarie. Niente di particolarmente grave.

«Le uniche cose che posso riferire – ha detto il legale – è che lui si dichiara innocente, dice di non avere niente a che fare con la morte di Mario Sedda. Ha raccontato che conosceva la vittima e ogni tanto si incontravano. Ma niente di più. Ha anche aggiunto che il primo aprile era da tutt’altra parte».

La data del ritrovamento, però, non coincide con quella dell’omicidio che risalirebbe a qualche giorno prima. Anche su questo versante è attesa una conferma nelle prossime ore.

È trapelato che il 60enne è stato “individuato” nel corso della prima attività di indagine e che è stato messo in relazione con Mario Sedda per via di frequentazioni recenti. Quindi nell’ambito della ricostruzione delle ultime ore in vita del 39enne di Porto Torres. All’indagato sono stati sequestrati alcuni indumenti con tracce di sangue che ora sono all’esame degli specialisti del Ris per la eventuale compatibilità. Le tracce di sangue, in ogni caso, potrebbero anche prefigurare la presenza (o il contatto) dell’indagato con la vittima, ma non necessariamente che sia l’autore dell’omicidio.

L’indagine è entrata in una fase cruciale. Nelle mani degli investigatori quel che rimane di una lama di coltello molto particolare, indumenti da analizzare e le registrazioni di quelle telecamere che se anche non hanno ripreso il momento dell’aggressione mortale potrebbero però avere registrato il passaggio (prima o dopo) di persone legate all’omicidio.

Ieri nel luogo dove è stato trovato il corpo senza vita di Mario Sedda, in quello spiazzo di erba e terra c’erano ancora le strisce del nastro biancorosso sistemato dai carabinieri per delimitare l’area. Qualche mascherina buttata via, pezzi di carta portati dal vento e residui vari. La cosa strana è la quasi totale assenza di sangue. Una ferita così profonda e mortale avrebbe dovuto provocare una emorragia importante. Tanto che resta sospesa un’altra domanda: Mario Sedda è stato ucciso proprio in quel punto o è stato spostato con il tentativo di nasconderlo e allontanarlo da un altro luogo? Infine l’ultimo interrogativo: perché uccidere in maniera così brutale quando poteva finire come una delle tanti liti dopo l’uso di alcol: che cosa è successo?

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