La Nuova Sardegna

Pranzo in zona arancione: tanti silenzi e qualche smentita

Pranzo in zona arancione: tanti silenzi e qualche smentita

L’assessora all’Agricoltura Murgia: «Io non c’ero, qualcuno strumentalizza» Esu, portavoce di Solinas: «Né io né mio fratello abbiamo partecipato»

12 aprile 2021
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SASSARI. L’elenco corre tra i server che fanno funzionare i servizi di messaggistica. Ieri i nomi dei (presunti) partecipanti al pranzo contestato in uno stabilimento termale di Sardara hanno viaggiato di telefonino in telefonino trasportati da whatsapp e Telegram. Nomi eccellenti di dirigenti regionali, amministratori (o ex) di società a partecipazione pubblica, sindaci, consulenti. E persino un assessore regionale. La Nuova li ha contattati uno per uno per cercare di avere, dalle voci delle persone tirate in ballo in queste ore, una conferma o una smentita della loro partecipazione al banchetto. Pochissimi hanno risposto e tra quei pochi nessuno ha confermato. Anzi. Sono arrivate solo smentite secche.

Ad iniziare da quelle dei nomi più noti. Sdegnata è la risposta dell’assessora regionale all’Agricoltura, Gabriella Murgia: «Non ero presente. Questo è sicuro. C’è qualcuno che sta strumentalizzando. È la verità. Quel giorno non sono stata a Sardara in nessuna circostanza, anche perché ero impegnata in altre attività istituzionali».

Altro nome eccellente, di quelli che possiamo riferire, è quello del portavoce del presidente dela Regione, il giornalista Mauro Esu. Che risponde laconico, ma deciso: «Non ero presente a quel pranzo, né era presente mio fratello, come mi risulta si stia dicendo in giro. E neppure ho organizzato io quel pranzo».

Dall’elenco dei presunti partecipanti bisogna depennare dunque due nomi. Per il resto c’è tutto un coro silenzioso di telefonini muti, di «Mi scusi, ma in questo momento sono impegnato» o di risposte cortesi e sibilline. Come quella di un amministratore pubblico che dice al telefono: «Se il mio nome figura nei verbali della guardia di finanza, ne risponderò. Ma se non figura, dovranno risponderne le persone che stanno diffondendo il mio nome».

Cosa è successo, dunque, qualche giorno fa, a Sardara, in uno stabilimento termale che dovrebbe assicurare il servizio di ristorazione solo ai suoi ospiti? La certezza, al momento, sta in un verbale della guardia di finanza di Sanluri che ha sanzionato 19 persone presenti a un pranzo.

Poi ci sono le indiscrezioni, le voci, come quella di una cameriera che avrebbe raccontato di persone che fuggivano per non incappare nell’identificazione della finanza, e ci sono, appunto gli elenchi. Che se dovessero essere credibili almeno in parte disegnerebbero una geografia di partecipanti curiosa e composita. Cosa ci facevano, in giorni di zona arancione, funzionari e dirigenti di diversa estrazione (anche politica) attovagliati in uno stabilimento termale del medio Campidano? Una trasversalità che, se confermata, avrebbe creato anche qualche interrogativo di tipo politico.

La cosa sta comunque creando qualche grattacapo al presidente della Regione, Christian Solinas, che ieri ha fatto trapelare alcune indiscrezioni all’insegna dell’irritazione.

Il presidente avrebbe espresso «sconcerto e disappunto - riferisce l’Ansa - per una vicenda che si è consumata a sua totale insaputa e resa ancora più grave perché avvenuta in un momento di grande sofferenza per i cittadini sardi, costretti a sacrifici e limitazioni a causa della pandemia».

Il presidente della Regione avrebbe anche giudicato «inaccettabile l'accaduto» e sarebbe in attesa di conoscere ufficialmente le ragioni di questo incontro e i nomi dei partecipanti per adottare i provvedimenti di sua competenza.

Solinas avrebbe confidato ai suoi collaboratori di ritenere «inconciliabile la permanenza in qualunque ruolo o incarico regionale di chi abbia violato le norme di contenimento della pandemia sulle quali i pubblici ufficiali o coloro che sono incaricati di pubblico servizio devono per primi dare il buon esempio». (r.pe.)



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