La Nuova Sardegna

Vaccini, nei congelatori ci sono solo 80mila dosi

di Roberto Petretto
Vaccini, nei congelatori ci sono solo 80mila dosi

La Sardegna ha utilizzato sinora il 79 per cento dello stock assegnato Scarseggiano Pfizer e Moderna, ancora disponibili 53mila AstraZeneca

12 aprile 2021
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SASSARI. Numeri che si rincorrono, si sovrappongono, a volte si contraddicono: la campagna vaccinale procede tra accelerazioni e frenate, con un andamento ondivago e incerto che non riguarda solo l’isola. Ma, in attesa dell’arrivo delle prime dosi di Johnson&Johnson (in Italia da martedì), in Sardegna è ancora disponibile più del 20 per cento dei vaccini consegnati sinora.

La fornitura. La dotazione consegnata all’isola, secondo quella quota del 2,7 per cento della disponibilità nazionale, è di 402.820 dosi. Ne sono state somministrate sino a ieri 319.652, ovvero il 79 per cento. Per numero di persone vaccinate la Sardegna è 13esima, ma se si considera il rapporto tra somministrazioni e popolazione scivola giù sino al quint’ultimo posto, con 19.834 dosi per 100mila abitanti.

Cosa rimane. Cosa è stato somministrato sinora ai cittadini sardi? La fornitura più robusta dall’inizio della campagna vaccinale è stata quella della Pfizer-Biontech con 252.120. Ne sono state utilizzate 231.283, ovvero il 92 per cento. Ecco da cosa deriva l’allarme delle autorità sanitarie sarde sui vaccini che cominciano a scarseggiare. Da quando il ministero ha tolto l’obbligo di mantenere una scorta del 30 per cento per garantire i richiami (obbligo che era già stato ignorato da diverse Regioni), anche la Sardegna ha dato fondo al magazzino. Di Pfizer sono dunque rimaste poco meno di 21mila dosi. Meno abbondante la fornitura di vaccini Moderna: 33.900 dosi consegnate, di cui 24.661 (pari al 73 per cento) somministrate. Quel 27 per cento restante, in termini assoluti, è comunque ben poca cosa: 9.239 dosi.

C’è ancora una discreta disponibilità di AstraZeneca (o Vaxzevria, secondo la denominazione più recente). In Sardegna ne sono state consegnate 116.800 dosi e ne sono state somministrate 63.708. È quindi ancora utilizzabile quasi la metà della fornitura. Questo anche perché c’è stato un considerevole numero di rinunce: l’assessore alla Sanità, Mario Nieddu, e il commissario dell’Ats, Massimo Temussi, hanno più volte parlato di un’ordine di grandezza di circa il 30 per cento, ma potrebbe anche essere più alto.

I richiami. La disponibilità di vaccini, dunque, non è rassicurante. Anche considerato che la campagna in Sardegna ha registrato un’accelerazione negli ultimi giorni (se si escludono i giorni di Pasqua, Pasquetta e le domeniche: ieri si è rimasti al di sotto delle tremila somministrazioni). Inoltre c’è un altro aspetto che va tenuto a mente: sinora la Sardegna è, ad esempio, ultima in campo nazionale nella somministrazione della seconda dose agli over 80 (appena il 23 per cento). Tra il personale scolastico solo lo 0,8 per cento ha ricevuto anche la seconda dose, ma in questo caso l’isola è in buona compagnia visto che la media nazionale è dello 0,9 per cento. Quindi serviranno molte dosi per i richiami.

Obiettivo 70 per cento. Potremo cominciare a considerarci fuori dalle sabbie mobili della pandemia quando il 70 per cento della popolazione sarà completamente vaccinato. Secondo una proiezione del Lab24 del Sole 24 ore «l’ultima media mobile a 7 giorni di dosi somministrate ogni giorno in Sardegna è di 7.582. A questo ritmo ci vorrebbero 8 mesi e 15 giorni per coprire il 70% della popolazione. L’obiettivo sarebbe raggiunto il giorno 4 dicembre 2021 contro la previsione del governo ad agosto 2021».

Però la campagna vaccinale è destinata a accelerare ancora. Dovrebbero arrivare maggiori quantità di vaccini e dovrebbe aumentare la capacità di somministrazione. Anche nell’isola stanno aumentando i punti in cui i cittadini possono sottoporsi a immunizzazione. È quindi prevedibile che i tempi per arrivare all’agognato 70 per cento siano destinati ad accorciarsi.

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