La Nuova Sardegna

Un anno orribile e siamo tornati al punto di partenza

di Andrea Ruzzeddu*
Un anno orribile e siamo tornati al punto di partenza

E siamo tornati al punto di partenza. Casella 54: se esce il 6 sul dado, ritorni alla casella numero 1. Eccoci di nuovo in zona rossa. Oramai tutte le regioni l’hanno capito: se non acceleriamo la...

15 aprile 2021
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E siamo tornati al punto di partenza. Casella 54: se esce il 6 sul dado, ritorni alla casella numero 1. Eccoci di nuovo in zona rossa. Oramai tutte le regioni l’hanno capito: se non acceleriamo la campagna vaccinale, le restrizioni servono a ben poco. La zona bianca è solo un lontano ricordo e forse quello spiraglio di “libertà” non doveva essere concesso viste le conseguenze. Purtroppo le persone non imparano mai: se viene data loro una mano, prenderanno sempre anche il braccio. Basti vedere le foto recenti del centro di Sassari, in particolare quelle scattate in via Torre Tonda, una delle strade più movimentate durante la sera e nei weekend data la presenza di molti locali. Nonostante il fioccare delle multe, ogni giorno si riversavano in quella via centinaia di persone, non rispettando le norme di distanziamento sociale attive anche nelle zone bianche. In alcuni casi le norme non sono state rispettate nemmeno dagli stessi gestori delle attività, e questo è stato il risultato: a nulla sono serviti gli sforzi per arrivare a un indice di contagio quasi impercettibile. Il duro lavoro è stato ufficialmente distrutto.

Saranno due settimane di monotonia e totale allontanamento dalla società, e noi giovani saremo quelli che ci perderanno di più. Così anche aprile volerà e probabilmente passeremo maggio allo stesso modo o, nel migliore dei casi, finiremo in zona arancione (perché quella bianca sarà un sogno): è improbabile che tutte le regioni riescano a dare un mese completo di scuola in presenza ai propri studenti. Poi arriverà giugno e magicamente il Covid scomparirà come l’anno scorso. Il “liberi tutti” ci farà dimenticare ogni regola e precauzione per passare circa tre mesi in piena libertà riempendo spiagge e discoteche. La paura è che a metà agosto come l’anno scorso il virus ritorni in maniera prepotente e scatteranno di nuovo i divieti. Ovviamente si arriverà in ritardo per quanto riguarda la riapertura delle scuole e noi studenti saremo ancora una volta l’ultimo interruttore da riattivare. È tutta una storia già vissuta ma a chi possiamo dare la colpa, se non a noi stessi?

E anche quest’anno, penseremo a come vivere il prossimo, dato che i buoni propositi del 2021 difficilmente potranno essere realizzati. Passare anche un solo anno in questo modo, è un fallimento per l’intera umanità in tutti i campi. Quando nei libri di storia leggevamo delle epidemie di peste, ci sembravano tanto lontane e al giorno d’oggi impensabili. E invece eccoci qua, pietrificati da un’epidemia capace di mietere vittime tanto quanto la peste, che non bada a ricchezza o povertà, uomo o donna, italiano o inglese. Questa volta la storia si è ripetuta nonostante ci venga ripetuto quotidianamente di imparare dai propri errori, di migliorare e migliorarsi per non commettere più atrocità simili alle discriminazioni di razza avvenute nel secolo scorso o per non farsi la guerra e amarsi, in generale per non sbagliare più. Anche tutti gli errori e le relative soluzioni per continuare a vivere veramente nonostante questa epidemia ci vengono ripetute ogni giorno, ma anche qui in Sardegna, questa volta la storia si è ripetuta, forse un po' troppo presto.

* Andrea frequenta

il Liceo Europeo

Canopoleno di Sassari

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