La Nuova Sardegna

Scavi fermi a Mont’e Prama il sito invaso dalle erbacce

di Paolo Camedda
Scavi fermi a Mont’e Prama il sito invaso dalle erbacce

L’attività è bloccata in attesa dell’intesa sul restauro e sul futuro delle statue  

19 aprile 2021
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CABRAS. Tutto fermo nel sito archeologico di Mont'e Prama a Cabras: gli scavi non ripartono e l’unico segno di vita nell’area è dato dalle erbacce che crescono rigogliose in quella porzione di terra che custodisce la storia della Sardegna e che ha già restituito tanti preziosi tesori dell’epoca nuragica. Grazie agli scavi condotti nell’area di 750 metri quadri, sono venuti alla luce, tra i numerosi reperti, le 4 statue, due Giganti e 2 ricostruzioni di nuraghe, sul cui restauro e destino futuro è ancora in atto una trattativa a tre fra il ministero della Cultura, la Regione e il Comune di Cabras. In attesa di capire se l'annuncio dato dal presidente Christian Solinas qualche settimana fa in merito a un'ampia intesa fra le parti – sul restauro e la creazione di una Fondazione – troverà riscontro in via ufficiale, il silenzio regna sovrano anche sulla collina di Mont’e Prama. E la sensazione che si prova è quella fastidiosa dell’abbandono.

Tutto fermo. L'unico rumore che si sente e spezza il silenzio è il soffio forte del maestrale che spazza il Sinis in un inatteso colpo di coda dell'inverno. Il cancello di ingresso del sito archeologico è chiuso con un grosso lucchetto, mentre tutta l'area è perimetrata da una rete metallica che impedisce l'accesso. All'esterno, su tre lati, dominano l'erba alta, cresciuta in maniera abbondante vista la stagione piovosa, e le margherite gialle donano una nota di colore, mentre al di là della reticella restano le tracce delle ultime operazioni condotte dagli archeologi. Nella parte più a Nord dell’area, in particolare, resta scavato un lungo solco, mentre più avanti si intravedono diversi cumuli di terra. Nella parte centrale del sito ci sono ancora le tracce dei lavori fatti negli anni precedenti. A vigilare sugli scavi nessuna presenza umana ma l’occhio delle telecamere di videosorveglianza.

Gli scenari. Difficile capire, al momento, quando gli scavi potranno ripartire. L'estate è ormai alle porte e appare complicato, al momento, immaginare il ritorno degli archeologi prima dell'inizio della bella stagione, al di là delle problematiche legate alla pandemia. È possibile che per sbloccare gli scavi occorra attendere la definizione dell'accordo su più tavoli fra i tre attori che al momento continuano a discutere, Governo, Regione e Comune di Cabras. Il sindaco Abis, del resto, non ha fatto mistero del sogno di rendere l'area archeologica visitabile stabilmente ai turisti, desiderosi di vedere il luogo in cui i Giganti sono stati per tanti secoli. L'esperienza, già sperimentata con successo nel corso degli scavi più recenti, condotti a Mont’e Prama dal 2014 al 2017, potrà essere riproposta quando saranno messi nero su bianco i termini dell'accordo definitivo. E l'attesa per la fumata bianca, inevitabilmente, cresce. Così come le erbacce che avvolgono il sito e contribuiscono a dare una immagine di degrado e abbandono di un’area che meriterebbe, proprio per il suo eccezionale valore storico, un trattamento di maggiore rispetto.

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