La Nuova Sardegna

 

L'incertezza comunicativa sul Covid

di EUGENIA TOGNOTTI
L'incertezza comunicativa sul Covid

Da Nord a Sud, impera la confusione su regole e divieti, legata all’assenza di una strategia di informazione univoca da parte delle autorità sanitarie

28 aprile 2021
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Ci sta anche un mea culpa collettivo per il repentino passaggio da zona bianca a zona rossa di quest’isola. Piegandosi anche ad accettare di essere additati urbi et orbi come un cattivo esempio per i comportamenti da ‘liberi tutti’ che hanno messo le ali al virus. Non che non si possano invocare attenuanti. E non solo per quei sardi riottosi e poco propensi ad adattarsi alle precauzioni.

La verità – su cui si insiste (e si riflette) poco, in verità - è che da Nord a Sud, impera la confusione su regole e divieti, legata all’assenza di una strategia di comunicazione univoca da parte delle autorità sanitarie. Un vuoto che ha lasciato spazio ad una gigantesca mole di notizie, informazioni e disinformazioni che seminano dubbi.

Ci sarà tempo per sviluppare una riflessione meditata sulle responsabilità, a vari livelli, della drammatica confusione informativa al tempo del Covid. E sul ruolo, non certo secondario, che hanno giocato anche le polemiche e le divisioni tra scienziati – virologi, epidemiologi, infettivologi, immunologi, statistici - novelli clerici vagantes che si spostano da una rete all’altra, da un talk all’altro, dall’alba al tramonto, lasciando i telespettatori, avidi di informazioni, sempre più confusi, frastornati e privi di certezze.

Non c’è una questione su cui sia dato registrare un’uniformità di vedute, influenzate talora da posizioni politiche, più o meno vicine ai governi in carica: dalla maggiore o minore rigidità dei lockdown alla chiusura delle scuole; dall’aggressività delle varianti spuntate come funghi, in varie parti del mondo, all’opportunità della sospensione del vaccino AstraZeneca; dalla presumibile data in cui si raggiungerà finalmente la cosiddetta immunità di gregge ai furibondi scambi di vedute sull’orario del coprifuoco tra scienziati e pseudoscienziati, divulgatori e scrittori, giornalisti e imprenditori.

’assenza di ‘un processo comunicativo’ ufficiale, di una ‘voce unica’, autorevole, che garantisca chiarezza, trasparenza, tempestività, omogeneità e affidabilità si fa sentire, in maniera drammatica. Quante inquietudini e quanti interrogativi, per dire, avrà sollevato, nei voraci consumatori di notizie su tutto ciò che riguarda il Covid-19, la notizia diffusa in queste ultime ore da diversi giornali nazionali che parlano di ‘tracce’ di materiale genetico di coronavirus, trovati dai Nas sui carrelli della spesa, sui cestini, sulle tastiere per il pagamento con bancomat (Pos)? E, ancora, cosa c’è - si saranno chiesti in tanti - dietro il fatto il Comando Carabinieri per la Tutela della Salute sia impegnato, questi giorni, in una campagna di verifiche nei supermercati, per accertare la corretta esecuzione delle operazioni di sanificazione degli ambienti e delle attrezzature?

E dire che, finalmente, a un anno dall’inizio della pandemia, l’Oms – correggendo ciò che aveva sostenuto un anno fa - ha finalmente fornito le prove che Sars-CoV-2 si trasmette in prevalenza attraverso l’aria da soggetti che starnutiscono e tossiscono. O che parlano ed espirano ‘goccioline’ di grandi e piccole dimensioni chiamate aerosol. La trasmissione del virus dopo il contatto con le superfici è da considerarsi pressochè minima.

Insomma, se è vero che il nemico coronavirus può mantenersi sulle maniglie di porte, pulsanti, tavoli contaminati, non sono queste a rappresentare le principali fonti di infezione, come è ormai provato da diversi studi. Di fatto, però, anche se è chiaro che la trasmissione avviene soprattutto per via aerea, le autorità sanitarie di tutto il mondo continuano a ordinare che mezzi di trasporto, negozi, uffici, luoghi pubblici vengano periodicamente sanificati con l’obiettivo di ridurre la diffusione del virus. Niente di male, per carità, con questi chiari di luna, il principio di precauzione non è certo un di più. L’importante è che a suonare ci sia una sola campana, scientifica e medico-sanitaria, in modo da dissipare i dubbi sulle modalità di trasmissione, i rischi e le precauzioni da adottare.
 

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