La Nuova Sardegna

Il ministro su Punta Giglio: «Ci sono le autorizzazioni»

di Gianni Bazzoni
Il ministro su Punta Giglio: «Ci sono le autorizzazioni»

Franceschini: «La politica non ha titolo per interferire su questioni tecniche» «Dopo anni di abbandono questo luogo riprenderà vita con turismo di qualità»

23 maggio 2021
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SASSARI. Un plauso al comitato per la passione civica, ma il ministro della Cultura Dario Franceschini si tiene fuori dalla polemica che ormai da settimane sta divampando attorno al progetto di Punta Giglio. La risposta è stata inviata dalla segreteria del ministro a Maria Antonietta Alivesi che - a nome del comitato - si era rivolta all’esponente del Governo per chiedergli di intervenire a tutela dell’ambiente delicato di Punta Giglio. «Mai può esserci una decisione politica su questioni puramente tecniche come quella del progetto che interessa l’ex caserma di Punta Giglio – è scritto nella risposta di Franceschini –. Il ruolo di un ministro è di indirizzo politico e il suo operato non interferisce in alcun modo con lo svolgimento dell’attività tecnico-amministrativa».

Ma chiede fiducia Franceschini e assicura che «il progetto autorizzato è la rielaborazione di una prima proposta respinta dalla Soprintendenza perché l’ampliamento previsto della casermetta principale e dei numerosi annessi avrebbe alterato non solo le caratteristiche del complesso architettonico ma anche la valenze paesaggistiche dell’area». Sembrerà strano, ma proprio dal ministro arriva una “risposta tecnica”, segno che è stato chiesto - come capita in questi casi - il pronunciamento della struttura. E così Franceschini ribadisce cose già note ma che, in effetti, sono ancora oggetto di contrapposizione: «Il progetto approvato è frutto di numerosi sopralluoghi e riunioni con i progettisti e i rappresentanti del Demanio dello Stato, dell’ufficio Tutela del Paesaggio regionale e dell’Ente Parco. Ed è improntato al restauro conservativo delle architetture militari che saranno valorizzate in un percorso espositivo naturalistico capace di evocare la memoria storica del luogo». Sulla tanto contestata piscina, la nota del ministro afferma «che si tratta di una semplice vasca, di limitata ampiezza e profondità da ricavare all’interno di una delle cisterne esistenti, con la sola modifica della lastra di copertura». Sull’illuminazione, invece, si parla di «elementi segnapasso di minima altezza, con la luce proiettata verso il piano di calpestio». Infine la trincea della fognatura «sarà scavata nella sede del tracciato stradale esistente, sotto la sorveglianza di un archeologo».

Espone la sua convinzione il ministro: «Dopo anni di abbandono questo luogo riprenderà vita grazie al recupero del manufatto militare nel pieno rispetto della memoria e della dignità storiografica del posto e in accordo con lo spirito della legge in cui si inquadra l’intervento, quello di incoraggiare il turismo di qualità». L’ultimo riferimento è al fatto che «le procedure di assegnazione della struttura sono di competenza del Demanio» e che la questione sarà oggetto di una risposta in aula alla Camera, con la sottolineatura che «la Soprintendenza è impegnata nel perseguire il vostro stesso obiettivo di salvaguardia del paesaggio e della sua storia». Delusione da parte del comitato per Punta Giglio che guarda ora alla magistratura (presentato un esposto) per sapere se nel rilascio delle autorizzazioni e nell’attuazione del progetto sono state commesse irregolarità.



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