La Nuova Sardegna

L’isola in sella alla bici: un piano da 230 milioni

Silvia Sanna
L’isola in sella alla bici: un piano da 230 milioni

La rete di itinerari prende forma: si parte da Alghero a nord e da Cagliari a sud. Meloni, Cirem: «Si tutela l’ambiente e si crea un indotto economico importante»

03 giugno 2021
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SASSARI. La Giornata mondiale della bicicletta compie oggi tre anni e la Sardegna è pronta a festeggiare: la rete di itinerari per ciclisti vecchi e nuovi che attraverserà l’isola inizia a prendere forma grazie a progetti definiti e alla quota di fondi già a disposizione. Soprattutto, grazie alla volontà chiara da parte della politica di puntare sulla mobilità sostenibile, perché fa bene all’ambiente, al turismo e anche alle casse della Sardegna. Lo conferma il fatto che il Piano regionale per la mobilità ciclistica, realizzato dall’Arst e dal Cirem su input della precedente giunta Pigliaru, è stato sposato dall’attuale giunta Solinas, portato avanti dall’ex assessore ai Lavori pubblici e Infrastrutture Roberto Frongia (scomparso lo scorso dicembre) e ripreso con entusiasmo dal suo successore Aldo Salaris che si sta impegnando per garantire la necessaria copertura finanziaria. Il piano è ambizioso e i costi stimati sono molti alti: serviranno da 220 a 230 milioni di euro per realizzare 2200 chilometri di itinerari all’interno dei quali si snoderà l’anello della Ciclovia turistica, una delle 10 inserite nel sistema nazionale, alle quali il Governo tiene moltissimo e per questo chiede che siano realizzate a regola d’arte.

I finanziamenti. Al momento sono disponibili circa 31 milioni di euro (di cui 16,6 assegnati dal Ministero dei Trasporti), altri arriveranno con il Recovery fund e attraverso la programmazione annuale da parte della Regione. «L’isola c’è ed è prontissima ad affrontare questa sfida che personalmente considero strategica: la bicicletta rappresenta infatti il futuro della mobilità ma anche una straordinaria opportunità di crescita economica per la Sardegna». Non ha dubbi Italo Meloni, direttore scientifico del Cirem, Centro interuniversitario di ricerche economiche e mobilità delle Università di Cagliari e Sassari: «La richiesta è fortissima, l’appeal della Sardegna è enorme. Si può solo crescere e ottenere numeri veramente importanti. Ma perché questo accada e in tempi ragionevoli occorre che tutti ci credano e si impegnino: la realizzazione del piano per la mobilità ciclistica non riguarda solo l’assessorato ai Lavori pubblici, ma anche il Turismo, la Cultura, il Lavoro: intorno agli itinerari si costruiscono infatti percorsi tematici, penso a quelli legati al cibo, al vino, al patrimonio archeologico, che consentono di fare conoscere la Sardegna tutta, valorizzando anche le zone interne e creando indotto anche lì».

Il calendario. Entro il 31 agosto prossimo la Regione deve presentare il progetto di fattibilità economica degli oltre 1000 chilometri della ciclovia: «Seicento sono già pronti – dice Meloni – e riguardano gli itinerari principali. Per due in particolare l’iter è più avanzato perché i progetti sono stati approvati in conferenza di servizi e si stanno disponendo quelli definitivi: si tratta dei segmenti tra Cagliari e Barumini e tra Alghero, Porto Torres e Badesi». L’Arst è al lavoro ma per accelerare il ritmo, considerata l’enorme quantità di soggetti coinvolti nelle conferenze di servizi occorrerebbe che «la Regione istituisse un ufficio della mobilità ciclistica inserendoci varie persone per occuparsi della pianificazione strategica».

Gli obiettivi. Il turista-ciclista che sbarca nell’isola trova già tanti percorsi, lunghi mediamente dai 40 ai 50 chilometri. Ma trova pochi servizi, come strutture ricettive, aree di sosta, lavanderie e ciclo officine: intorno alle due ruote c’è un intero sistema da costruire per rendere l’esperienza più comoda e attrattiva. Ne vale la pena, perché il turista-ciclista spende tanto: «In media dai 60 ai 90 euro al giorno che distribuisce nei vari luoghi che attraversa, dunque a beneficiarne sono i grandi centri come i piccoli comuni». Ma oltre al ciclista già esperto, il piano punta a crearne di nuovi offrendo spazi sicuri con piste separate dalla sede stradale, magari con vista panoramica dove pedalare sia anche un godimento per gli occhi.

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