La Nuova Sardegna

«Costruiamo il Betile a Porto Torres», la proposta di Marcello Fois

MARCELLO FOIS
«Costruiamo il Betile a Porto Torres», la proposta di Marcello Fois

Lo scrittore lancia l'idea: «Riqualifichiamo un'area degradata»

05 giugno 2021
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Quanto durano le buone idee? Qualcuno dice per sempre, qualcuno dice lo spazio di un mattino. Ma una buona idea è più o meno buona a seconda di chi la porta avanti? Oppure nelle società civili si procede mutuando buone idee altrui per il bene comune? La disobbedienza di Camilla Soru che, dai banchi del Pd del Consiglio Comunale di Cagliari, si è opposta all'astensione del suo partito in merito al nuovo stadio di S. Elia e al piano di riqualificazione dell'area che ne consegue, mi pare un atto di civiltà politica. Quel piano messo a punto in tutto e per tutto dalla Giunta Zedda, resta una buona idea anche se sposata dalla Giunta Truzzu. O no? Le idee sono di chi le ha, non certo, o non solo, di chi ha l'avventura di realizzarle. Il paracadute resta un'idea di Leonardo chiunque l'abbia poi messo a punto. E il piano per il Nuovo Stadio Sant'Elia resta un'idea della giunta Zedda anche se potrebbe essere la giunta Truzzu a vararlo. Certo quando manca la memoria storica, il senso critico, il minimo sindacale di correttezza politica, può capitare di tacere sull'origine di un progetto e lasciare che si creda che è solamente un proprio risultato. Per questo, esattamente perché non ci fossero ambiguità su chi ha pensato, progettato e finanziato cosa, il gesto di Camilla Soru mi sembra una lezione per tutti. Anche per quelli che sono disposti ad astenersi pensando in questo modo di non darla vinta agli avversari e dimostrando invece che l'interesse pubblico è posposto ai loro giochi di corridoio. In realtà, anziché astenersi, costoro dovrebbero elencare il numero imbarazzante di soluzioni che la Giunta Truzzu, di centro destra, ha mutuato direttamente da esperienze precedenti e tutte di coalizioni progressiste. Anziché astenersi Zedda e Ghirra dovrebbero evidenziare la pochezza di un progetto politico che esiste grazie al lavoro altrui. Ora per esempio Truzzu parla di rispolverare un'altra idea aliena alla sua compagine e sarebbe quella di rimettere in piedi il progetto Betile, Museo della Civiltà dei Sardi, che era stato pensato da Renato Soru sul porto di Cagliari. Un'idea faraonica, nelle corde dell'ex Governatore, pensata per i sardi in quella stagione in cui sembrava possibile una forma di autodeterminazione autoctona lontana dalle malìe leghiste. Il Betile resta un progetto straordinario, ma al centrodestra cagliaritano piace per il motivo sbagliato perché il vero punto debole di quella struttura è proprio che sia stata pensata su Cagliari. Esistono altre aree in Sardegna dove una struttura del genere sarebbe vitale non solo per l'economia locale, ma anche per ribadire che la Sardegna può diventare più forte se viene concepita come una regione complessa e policentrica, dove le risorse vengono distribuite equamente. Il pensiero che un progetto "cagliaritano" sia un progetto al quadrato è perdente. Il Betile per esempio potrebbe essere costruito a Porto Torres che è sul mare, che ha un aeroporto vicinissimo che insiste su un'area ad alta densità turistica. Ma soprattutto, e non è un fattore secondario, potrebbe servire a riqualificare una porzione importantissima della nostra regione dal punto di vista paessaggistico e storico. Portare lavoro in una zona in crisi occupazionale. Creare un indotto in un territorio orfano dell'industria. Penso a Porto Torres come, a suo tempo, si è pensato di costruire un Gughenneim a Bilbao. Ragioniamoci: il Betile resta una bellissima idea, anzi migliore, se si fa a Porto Torres. Quindi, chi oggi siede sugli stessi scranni di chi l'ha pensato, non si astenga se mai si decidesse di non costruirlo a Cagliari, ma altrove.

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