La Nuova Sardegna

Fondi, condannati Uras e due ex di Rifondazione

Fondi, condannati Uras e due ex di Rifondazione

Due anni e 8 mesi al senatore cagliaritano, al tesoriere Davoli 4 anni e mezzo, 3 anni e mezzo a Fadda

18 giugno 2021
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CAGLIARI. L’ex senatore cagliaritano della sinistra Luciano Uras (66 anni) paga con la condanna a due anni e otto mesi l’uso illegittimo dei fondi destinati al gruppo di Rifondazione nella legislatura regionale 2004-2009: il tribunale presieduto da Giovanni Massidda l’ha giudicato colpevole di peculato continuato per il periodo che va dal 6 luglio 2008 alla chiusura della legislatura, le spese contestate nel periodo precedente e il reato conseguente risultano prescritti. Uras è stato interdetto dai pubblici uffici per la durata della pena, ma calendario alla mano l’intero impianto della sentenza, da cui i giudici della seconda sezione hanno scontato alcune spese ritenute all’esito del giudizio legittime - personale, cancelleria, tipografia e informatica - è al limite del virtuale: da qui all’appello non resterà alcuna sanzione.

Condannati anche altri due ex esponenti di Rifondazione: a Ciriaco Davoli (71 anni) di Orune il tribunale ha inflitto 4 anni e mezzo di reclusione, a Giuseppe Fadda (76) di Serramanna tre anni e mezzo con l’interdizione perpetua dai pubblici uffici per entrambi. Se i tre ex onorevoli hanno beneficiato finora solo parzialmente della prescrizione, gli altri tre colleghi di gruppo - Paola Lanzi (44 anni) di Samassi, Paolo Antonio Licheri (56) di Banari e Ignazio Paolo Pisu (74) di Laconi - escono senza danni dal procedimento penale perché le contestazioni che li riguardano non vanno oltre il 6 luglio 2008.

Difesi dagli avvocati Paolo Sestu, Gianluca Grosso, Antonella Piredda, Pina Zappetto e Pierluigi Concas, i sei imputati avevano posizioni diverse e hanno dovuto far fronte a contestazioni diverse. Davoli, che è stato a lungo il tesoriere del gruppo, doveva spiegare come è stato speso il milione e 55 mila euro transitato sui conti correnti del Banco di Sardegna e del Banco di Sassari intestati a Rifondazione e a se stesso. Si tratta, così come è avvenuto in altri gruppi politici, di assegni e prelievi allo sportello riferiti a Davoli e agli altri consiglieri del gruppo, di cui il tesoriere-amministratore autorizzava le spese. Uras doveva rispondere di una cifra pari a 74.630 euro, anche lui in parte nel ruolo di tesoriere che ricoprì dopo Davoli. A Fadda la Procura contestava 21714 euro non rendicontati, mentre Paola Lanzi doveva rispondere di una cifra decisamente inferiore: 5.168 euro di cui non risultano i giustificativi, accreditati sul suo conto tra dicembre 2004 e marzo 2007. (m.l)

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