La Nuova Sardegna

Scuola, ritiri e assenze per Covid: 600 casi nell'isola

La procuratrice Anna Cau
La procuratrice Anna Cau

Tra gli studenti in dad sono aumentati il senso di solitudine e le fobie

24 giugno 2021
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CAGLIARI. C'è chi già faticava a stare dietro a spiegazioni e interrogazioni. Ma con il Covid e la didattica a distanza ha detto basta alla scuola pubblica e si è rivolto ai privati. O ha salutato addirittura con un addio a prof e libri. Ad altri è andata anche peggio: durante la pandemia sono aumentati solitudine, atti di autolesionismo, interventi dei servizi sociali e ricoveri in psichiatria. Studenti che hanno mollato o faticato a frequentare anche le lezioni a distanza: in Sardegna i tribunali dei minori hanno raccolto oltre 600 appelli e casi di situazioni a rischio. Grazie anche alla collaborazione dell'ufficio scolastico regionale, su sollecitazione delle procure, ora c'è una mappa del disagio degli studenti alle prese con le lezioni a distanza da ottobre a gennaio in maniera continuativa. E spesso a turni settimanali da febbraio in poi. Circa trecento i casi segnalati nel centro sud in un territorio che comprende le aree dei tribunali di Cagliari, Oristano e Lanusei. E altri trecento riguardano il nord dell'Isola nelle zone di competenza dei tribunali di Sassari, Nuoro e Tempio.

«La premessa - spiega la procuratrice del tribunale dei minori di Cagliari Anna Cau - è quella che ci fosse una possibile difficoltà da parte dei minori a causa delle restrizioni dei diritti legati alla pandemia, compresa la frequenza scolastica. L'idea era quella di promuovere un controllo perché era ragionevole presumere che ci fosse bisogno di aiuto da parte dello Stato. È la scuola ha risposto». Circa trecento le segnalazioni tra ritiri e frequenza zoppicante: «Si è accertato ad esempio che in una serie di casi di alta adolescenza - spiega- c'era già magari una disaffezione. Ma, sino a quando non c'era il Covid, si andava a scuola. La pandemia in alcuni casi è stata la molla per intraprendere altre strade. In altri casi si è accertato che la disaffezione si accompagnava a una situazione personale o familiare di difficoltà. C'è stata l'immediata attivazione del servizi sociali e della stessa procura: un lavoro ancora in corso».

Il nesso tra ritiri e Covid? «Sicuramente la pandemia ha inciso - spiega - la scuola non è solo sapere ma anche garanzia di socialità e quindi possibilità di crescita. Se già il minore arrancava a scuola con la Dad è ragionevole dire che possa avere avuto maggiori difficoltà. Sino a ieri dicevamo di non stare troppo davanti al computer. Ma poi abbiamo detto ai ragazzi di stare davanti al computer». Dalla procura di Sassari altre 323 segnalazioni che hanno portato all'apertura di 306 fascicoli. L'anno prima il tribunale aveva ricevuto solo quattro avvisi in merito. Più studenti, 209, che studentesse, 114. Soprattutto delle superiori, 204. Il resto elementari, 61, e medie, 58.

«Dalle indagini socio familiari svolte - spiegano la procuratrice capo Luisella Paola Fenu e la sostituta Roberta Del Giudice - è emerso che molte delle assenze scolastiche erano legate alle indisponibilità da parte dei minori dei supporti informatici necessari per la didattica a distanza. Evidentemente il Covid ha aumentato le distanze sociali e le differenze socio economiche. Molti comuni hanno stanziato dei fondi». È stato anche osservato come in alcuni casi l'assenza dalla scuola fosse legata ad una «fobia del prossimo che ha portato a un progressivo isolamento dei minori. Tanto da indurre i servizi sociali ad attivare non solo una assistenza di tipo domiciliare ma anche psicologica». (Ansa).

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