La Nuova Sardegna

Poco sangue, interventi a rischio

Poco sangue, interventi a rischio

La Sardegna “importa” 25mila sacche all’anno per un costo di 7,5 milioni. Mozione in Regione

25 giugno 2021
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CAGLIARI. Sulla carta la Sardegna dovrebbe essere autosufficiente nella raccolta del sangue: ha il numero più alto di donatori rispetto alla popolazione. Però purtroppo la realtà è diversa e molto più amara. Ogni anno è costretta a importare almeno 25mila sacche, con un costo intorno ai 7,5 milioni. Quelle raccolte in Sardegna, 82mila-85mila, da sempre non sono sufficienti a coprire il fabbisogno di trasfusioni cui devono sottoporsi i talassemici, un migliaio, e neanche a rispondere alle richieste degli ospedali. L’allarme è continuo, ma peggiora soprattutto all’inizio di ogni estate, periodo in cui il calo delle donazione è sempre netto. A lanciare l’ennesimo allarme, in questi giorni, sono stati diversi ospedali. In particolare il Brotzu di Cagliari: «Le scorte sono ridotte al minimo e diversi interventi chirurgici, compresi i trapianti, potrebbero essere rinviati». Poi, grazie al tam tam sui social, la situazione è ritornata quasi sotto controllo, ma è grande la preoccupazione per quanto potrebbe accadere con l’arrivo dei turisti. Così l’appello delle ultime ore è rimasto tale: «Chiediamo a tutti di darci una mano, di aiutare le persone ricoverate. Presentatevi nei centri di raccolta. Portate i vostri amici, i vostri familiari e condividete questo messaggio. Venite a donare».

Intoppi burocratici. A rendere ancora più complicata la situazione ci sarebbero anche alcuni passaggi a vuoto della rete di raccolta. A metterli in fila sono stati i consiglieri regionali dell’opposizione Laura Caddeo (Progressisti), Giuseppe Meloni (Pd) e Michele Ciusa (Cinque stelle). Per esempio: da settembre è vacante l’incarico di responsabile regionale dei centri trasfusionali. «Sappiamo – hanno sottolineato – che un nome dovrebbe essere stato individuato, dopo una manifestazione d’interesse, ma poi sarebbe stato bloccato da alcuni veti politici all’interno della maggioranza di centrodestra». Ancora: su undici automoteche disponibili, almeno due sarebbero bloccate per mancanza di personale. «Ogni team – ha sottolineato Laura Caddeo – dev’essere composto da un medico, un infermiere e un autista, ma non ci sono abbastanza equipaggi». Con il paradosso, hanno aggiunto i tre consiglieri regionali, che «invece di risolvere i problemi, l’altro giorno la Protezione civile, col via libera dell’assessorato alla sanità, ha inviato una lettera alle associazioni di volontariato affinché sensibilizzino l’opinione pubblica a donare più sangue». Per poi ribadire: «La verità è che, oltre a mancare il personale, continua a essere moto complicata anche la procedura per l’accreditamento di altri centri trasfusionali legati all’Avis o ad altre associazioni».

La mozione. Insieme a Ciusa e Meloni, Laura Caddeo ha presentato una mozione in cui sollecita la Regione ad aggiornare il Piano sangue, è lo stesso dal 2019, e poi a «impegnarsi in una campagna sociale per far crescere la platea dei donatori». Per concludere: «Non possiamo permetterci che a causa della mala organizzazione, la Sardegna continui ad andare in sofferenza e lo sarà sempre di più in estate». Proprio per questi motivi, hanno chiesto al presidente del Consiglio regionale, Michele Pais, che la mozione sia discussa il più presto possibile. (ua)

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