Via libera alle discoteche, ma solo per chi ha il green pass
Il Cts dà l’ok. Adesso sarà il governo a fissare la data: l’ipotesi è il 10 luglio. La preoccupazione di Draghi da Bruxelles: «Continuiamo a fare i vaccini»
26 giugno 2021
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ROMA. Alla fine il via libera è arrivato. Il Comitato tecnico scientifico ha dato l’ok alla riapertura in zona bianca delle discoteche, praticamente l'unica attività rimasta ancora chiusa in un'Italia che da lunedì, con la Valle d'Aosta che mancava all'appello, sarà tutta bianca e riaperta. Gli esperti nel parere che consegneranno al governo non hanno però indicato una data per la riapertura dei locali da ballo, passando di fatto la palla, all'esecutivo. Nei giorni scorsi si è ipotizzata la prima decade di luglio, probabilmente il 10, il secondo weekend del mese. Il Cts ha invece fissato una serie di paletti: si potrà entrare in discoteca solo con il green pass (certificato di guarigione o di vaccinazione o tampone negativo effettuato nelle 48 ore precedenti); andranno mantenuti i dati e i recapiti dei clienti per 14 giorni, in modo da consentire il tracciamento in caso di necessità, e gli ingressi saranno contingentati.
Il Cts, secondo quanto trapela, avrebbe discusso anche di scuola e dei protocolli in vista della riapertura a settembre, in particolare delle misure di distanziamento nelle classi. Su tutto incombe l'incognita della variante Delta, che potrebbe far rivedere i piani nelle prossime settimane o nei prossimi mesi.
Una variante che preoccupa anche Mario Draghi che ne ha parlato al termine del Consiglio Ue. «Non ne siamo fuori, la pandemia va affrontata con determinazione e attenzione, continuando a fare vaccini e tamponi e accelerando sul sequenziamento». Per Palazzo Chigi, quello dell'ultima variante del Covid non è solo un problema sanitario. Ripiombare nello spettro del lockdown stravolgerebbe il cronoprogramma che ha in testa il premier per far uscire il Paese dal tunnel. «In Inghilterra vediamo come la diffusione di Delta stia creando incertezza nella ripresa economica. Non vogliamo trovarci in questa situazione», avverte Draghi. Anche perché con la fine dell'estate riapriranno le scuole e torneranno a riempirsi i trasporti pubblici, con effetti potenzialmente esponenziali sui contagi. «Non vogliamo trovarci nella situazione dello scorso anno, avremo pure imparato qualcosa...».
Al tavolo del Consiglio Ue la variante Delta è una sorta di convitato di pietra. È un fattore che preoccupa, «la soluzione è vaccinare, vaccinare, vaccinare», è l'appello di Ursula von der Leyen. «Con Delta la fine della pandemia non è vicina», incalza anche Angela Merkel, spesso detentrice, proprio come il governo italiano, della linea della prudenza. È sul rischio del rallentamento della crescita che invece Draghi si sofferma. Proprio dall'Europa Building la presidente della Bce Christine Lagarde annuncia che la zona euro toccherà il Pil pre-pandemia nel primo trimestre del 2022, uno prima del previsto. Mentre l'Istat, nel mese di giugno, registra un balzo della fiducia delle imprese e dei consumatori, addirittura superiore ai livelli pre-Covid. Ed è questo l'obiettivo di Draghi: stimolare la ripresa con le risorse del Pnrr ma anche spingere emotivamente il Paese ad una rinnovata fiducia. «Se gli investimenti del Recovery sono ben fatti produrranno un forte aumento della produttività», spiega il capo del governo. Varianti permettendo.
Il Cts, secondo quanto trapela, avrebbe discusso anche di scuola e dei protocolli in vista della riapertura a settembre, in particolare delle misure di distanziamento nelle classi. Su tutto incombe l'incognita della variante Delta, che potrebbe far rivedere i piani nelle prossime settimane o nei prossimi mesi.
Una variante che preoccupa anche Mario Draghi che ne ha parlato al termine del Consiglio Ue. «Non ne siamo fuori, la pandemia va affrontata con determinazione e attenzione, continuando a fare vaccini e tamponi e accelerando sul sequenziamento». Per Palazzo Chigi, quello dell'ultima variante del Covid non è solo un problema sanitario. Ripiombare nello spettro del lockdown stravolgerebbe il cronoprogramma che ha in testa il premier per far uscire il Paese dal tunnel. «In Inghilterra vediamo come la diffusione di Delta stia creando incertezza nella ripresa economica. Non vogliamo trovarci in questa situazione», avverte Draghi. Anche perché con la fine dell'estate riapriranno le scuole e torneranno a riempirsi i trasporti pubblici, con effetti potenzialmente esponenziali sui contagi. «Non vogliamo trovarci nella situazione dello scorso anno, avremo pure imparato qualcosa...».
Al tavolo del Consiglio Ue la variante Delta è una sorta di convitato di pietra. È un fattore che preoccupa, «la soluzione è vaccinare, vaccinare, vaccinare», è l'appello di Ursula von der Leyen. «Con Delta la fine della pandemia non è vicina», incalza anche Angela Merkel, spesso detentrice, proprio come il governo italiano, della linea della prudenza. È sul rischio del rallentamento della crescita che invece Draghi si sofferma. Proprio dall'Europa Building la presidente della Bce Christine Lagarde annuncia che la zona euro toccherà il Pil pre-pandemia nel primo trimestre del 2022, uno prima del previsto. Mentre l'Istat, nel mese di giugno, registra un balzo della fiducia delle imprese e dei consumatori, addirittura superiore ai livelli pre-Covid. Ed è questo l'obiettivo di Draghi: stimolare la ripresa con le risorse del Pnrr ma anche spingere emotivamente il Paese ad una rinnovata fiducia. «Se gli investimenti del Recovery sono ben fatti produrranno un forte aumento della produttività», spiega il capo del governo. Varianti permettendo.