La Nuova Sardegna

Albergo spezzettato in 84 case: il Riviera di Sorso in pieno caos

Salvatore Santoni
Albergo spezzettato in 84 case: il Riviera di Sorso in pieno caos

Per il Comune, il Tar e il Consiglio di Stato il complesso edilizio costruito negli anni ’80 è carico di abusi. I proprietari inferociti non vogliono arrendersi: «I documenti sono in regola, siamo stati fregati»

05 luglio 2021
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SASSARI. Doveva essere una residenza turistica alberghiera (Rta) ma è stata spezzettata in ottantaquattro appartamenti venduti a ignari compratori che ora si ritrovano in mano un pugno di mosche. Per il Comune di Sorso, il Tar e il Consiglio di Stato sono infatti abusivi. È l’incredibile storia del residence Riviera di Sorso, una bomba a orologeria piantata nel cuore di Platamona che è scoppiata a distanza di 40 anni e ora rischia di lasciare decine di famiglie in strada.

«Non siamo abusivi». Marcello Argenti è un anziano molto agguerrito che di appartamenti ne ha acquistato due. La sua storia, in questa vicenda pazzesca, è molto simile alle altre 83. Sì, perché sono in molti che come lui hanno acquistato da altri privati, che a loro volta hanno comprato dai precedenti e così via. «Appena ho acquistato sono andato in Comune – racconta Argenti – ho comunicato il cambio di proprietà e di residenza e hanno subito stabilito la Tari, poi anche l’Imu. E nessuno mi ha contestato nulla. Qui c’è anche chi ha chiesto l’ampliamento della veranda e altri lavori, e gli hanno dato la concessione. Qui siamo proprietari, non siamo abusivi». Un’altra proprietaria, che preferisce restare anonima, ha acquistato l’appartamento da un’asta giudiziaria. «Quando l’ho preso era tutto in regola – dice la donna – c’era anche la relazione tecnica del Comune da dove si evince che l’appartamento era accatastato come A3, e quindi civile abitazione». All’interno del complesso immobiliare c’è anche una piscina, che nel progetto originale doveva servire come spazio in comune della residenza turistica ma che alla fine è stata scorporata e venduta a parte. Stesso discorso per quella che doveva essere la hall dell’albergo. «Io questo punto l’ho sempre conosciuto come un ristorante – spiega Francesco Casada, un altro dei condomini del Riviera di Sorso – lo avevano aperto trent’anni fa e funzionava anche bene».

La genesi. La società Centro residenziale commerciale (Crc) ottenne la prima concessione edilizia del residence nel 1981, con una variante arrivata nel 1985 per formare ambienti più piccoli in una zona all’epoca non ancora edificata. Nel 1989 i costruttori tentarono di chiedere le autorizzazioni per installare gli angoli cottura in alcune cantine: una modifica mai approvata dal Comune. Nel frattempo sono cominciate le compravendite. La società ha frazionato gli immobili per venderli al miglior offerente. Poi sono subentrate alcune procedure fallimentari e c’è anche chi è riuscito a spuntare un buon prezzo all’asta.

L’inchiesta. A un certo punto sono cominciati i problemi: un compratore si è accorto che, invece di una casa, gli hanno dato la hall di un albergo. E quindi ha denunciato tutto. La Procura di Sassari ha aperto un’inchiesta affidando le indagini ai carabinieri di Sorso che hanno scoperto una storia pazzesca. Che però è morta lì a causa della prescrizione. La Procura ha archiviato dando però la sveglia al Comune di Sorso, che a sua volta ha cominciato a far partire le ordinanze di demolizione.

Sentenza indigesta. Il Tar prima, e il Consiglio di Stato poi, hanno deciso che le ordinanze del Comune sono giuste perché quelle case in realtà dovevano essere spazi omogenei di un albergo. E quindi le decine di appartamenti non ci stanno a fare niente. «I giudici – spiega l’avvocato Gian Mario Fois, che rappresenta decine di proprietari – dicono a questi signori che dovevano rendersi conto che stavano acquistando un pezzo di un albergo e non un appartamento. Ma dico io, entrando qui dentro, con tutti gli immobili distinti sembra di essere in una struttura ricettiva? È chiaro che ha tutte le sembianze di un condominio». «E poi i documenti erano tutti in regola – aggiunge il legale –. Come potevano i miei clienti essere consapevoli? Molti hanno acquistato accendendo un mutuo, con tanto di relazione positiva dagli istituti bancari».

In pratica nel Riviera di Sorso - da quello che emerge - c’è un errore di fondo vecchio di decenni che nel tempo si è trasferito a cascata su tutti i proprietari che si sono avvicendati nelle varie abitazioni, che non dovevano chiaramente essere tali, dando vita così a una specie di schema Ponzi dove gli ultimi arrivati sono rimasti col cerino in mano, sommersi dalla slavina di ordinanze di ripristino dello stato dei luoghi che si è staccata dal Comune di Sorso.

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