La Nuova Sardegna

Sardegna isola green, l'ad di Enel: «Non è un giro di giostra: ci saranno scelte dolorose»

Roberto Petretto
Sardegna isola green, l'ad di Enel: «Non è un giro di giostra: ci saranno scelte dolorose»

Starace torna sul tema della transizione ecologica nell’isola

17 luglio 2021
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SASSARI. Se qualcuno aveva il dubbio che l’intervista pubblicata qualche giorno fa dalla Nuova Sardegna potesse aver travisato il pensiero del direttore generale e amministratore delegato di Enel, Francesco Starace, lo avrà di certo fugato ascoltando l’intervento del manager al seminario estivo organizzato dalla Fondazione Symbola. Ieri Starace ha parlato diffusamente di Sardegna, confermando tutti i contenuti dell’intervista alla Nuova e addirittura rafforzandoli. «Sono contento che sia partito un dibattito - ha detto Starace - perché questo non è qualcosa che può fare da sola l’Enel. Nessuno può farlo da solo, è un lavoro che dobbiamo fare tutti insieme».

Il lavoro è quello che punta a fare della Sardegna un’isola totalmente libera da fonti fossili, senza centrali a carbone, appunto, ma anche senza gas. Ci sarà un prezzo da pagare con la chiusura delle centrali: «La transizione ecologica non è un giro di giostra: sarà necessario convertire e cambiare modelli e lavori. Si dovranno fare scelte anche dolorose. Noi abbiamo chiuso delle centrali, o siti produttivi; ed è sempre un trauma, ma bisogna andare avanti, non sono funerali ma rinascite. Si fanno altre cose, il cambiamento è fondamentale per sopravvivere».

Starace ha ribadito l’idea di Enel per questo percorso: «La Sardegna è un’isola di cui si parla tanto in questi giorni. Abbiamo semplicemente tratto le conclusioni di un percorso che ci sembrava scontato in un’isola in cui, in tutti questi decenni, per motivi vari non è stato possibile portare il gas. Ecco, portarcelo adesso che si parla di decarbonizzare il resto d’Italia ci è sembrato un po’ strano. O come minimo tardivo. Quindi abbiamo detto: vediamo se c’è un altro sistema. Posto che le centrali a carbone hanno la loro sorte segnata, come facciamo? Visto che Terna fa un collegamento da mille megawatt che entrerà in funzione tra 2026 e 2027, con l’aggiunta di un certo numero di rinnovabili e di batterie, abbiamo visto che il sistema può tranquillamente transitare direttamente dove poi il resto dell’Italia e il resto dell’Europa cercano di arrivare con fatica».

Starace non ha dubbi su quale scelta sia opportuno fare: «La Sardegna si trova in un momento in cui può scegliere se vuole viaggiare indietro nel tempo 15-20 anni e ritrovarsi in ritardo rispetto a tutti gli altri, oppure andare avanti e aspettare che gli altri la raggiungano».

Strada obbligata, secondo il capo dell’Enel: «La transizione è inevitabile. Il dubbio è se arrivarci in maniera turbolenta o in maniera ordinata. Nel primo caso chi si muove prima soffre meno, nel secondo ha più benefici. La scelta verde riduce il profilo di rischio delle società, aumenta l’occupazione, stimola l’imprenditoria. Si tratta di una rivoluzione sistemica, che non riguarda solo l’energia. Che va dappertutto, è ineguale nel tempo perché coinvolge tutti i settori una dopo l’altro. E che ha una caratteristica: richiede grandi capitali all’inizio e pochi costi di gestione lungo la strada, il contrario di ciò che conosciamo ora».

Al seminario ha partecipato anche il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, che però nel suo intervento è rimasto su temi di carattere generale: «La settimana prossima ho un incarico gravoso che è quello di coordinare il G20 Clima, ambiente, energia che sarà a Napoli. In questo momento abbiamo tutti i team al lavoro e vi posso garantire che fatichiamo a raggiungere un documento unificato; e stiamo parlando di 20 Paesi, non di 160. Tra i 20 Paesi ci sono quelli che fanno l'80% del Pil e già questi 20 fanno fatica ad accettare il 55% di decarbonizzazione al 2030».

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