La Nuova Sardegna

Bagarella e il video choc: pugno all’agente di scorta

di Gianni Bazzoni
Bagarella e il video choc: pugno all’agente di scorta

Nuovo episodio di violenza ripreso da una telecamera in un corridoio del carcere Il boss di Cosa Nostra colpisce all’improvviso il poliziotto, poi cerca la rissa

21 luglio 2021
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SASSARI. Le telecamere del sistema di videosorveglianza li riprendono mentre camminano in corridoio, uno accanto all’altro. All’improvviso Leoluca Bagarella ha uno scatto e colpisce con un violento pugno al volto l’agente di polizia penitenziaria. Potrebbe accadere qualcosa di molto grave, ma il poliziotto del Gom (Gruppo operativo mobile) non reagisce, mostra grande professionalità e prontamente interviene un collega che riesce a immobilizzare, seppure a fatica, il boss di Cosa Nostra e a riaccompagnarlo in cella dopo che più volte tenta di aggredire nuovamente il collega. Non c’è l’audio, impossibile percepire i dialoghi, si può solo immaginare. L’agente ha in mano lo strumento elettronico che solitamente viene utilizzato per le perquisizioni: non si sa se l’abbia già utilizzato o se dovesse farlo di lì a poco. É accaduto qualche mese fa nel carcere di Bancali a Sassari dove il 79enne corleonese è recluso in regime di 41bis. Il video esclusivo dell’aggressione è stato diffuso dall’Espresso. L’episodio è stato segnalato alla procura della Repubblica di Sassari che ora valuta l’accaduto.

Leoluca Bagarella non è nuovo a episodi di violenza in carcere. E a Bancali è recidivo: a metà gennaio dello scorso anno aveva aggredito gli agenti del Gom che lo stavano scortando dalla cella alla sala della videoconferenza dove avrebbe dovuto presenziare a distanza al processo sulla trattativa Stato-mafia in svolgimento alla corte d’Assise d’appello di Palermo. Uno degli agenti era stato morso a un orecchio.

Nel processo di primo grado Leoluca Bagarella, cognato di Totò Riina, compare nella lista dei condannati: 28 anni di reclusione. Allora, tra le ipotesi formulate, anche quella di una azione “ideata” per non partecipare al processo. Considerato che non si trattava di una vicenda qualunque ma della tanto discussa e controversa trattativa Stato-mafia, dove tra i condannati in primo grado figurano anche pezzi dello Stato.

Già in quella occasione, il legale di Bagarella ci tenne a sottolineare che il gesto del suo assistito non aveva niente a che fare con la protesta per il regime carcerario speciale a cui è sottoposto da 25 anni. «Deriva da uno stato fisico – disse Antonella Cuccureddu – gravemente compromesso che condiziona le sue condotte».

Un centinaio di omicidi sulle spalle, Leoluca Bagarella nonostante i suoi quasi 80 anni ha dimostrato di avere una condizione fisica impeccabile e una grande forza, tanto che gli agenti intervenuti hanno dovuto faticare non poco per bloccare senza altri danni il “leone” che ha continuato a reagire fino a quando non è stato rinchiuso in cella.

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