La Nuova Sardegna

Il coraggio dei volontari a mani nude contro il fuoco

Il coraggio dei volontari a mani nude contro il fuoco

Notte insonne e tanto lavoro per molte squadre di paladini improvvisati A Cuglieri case minacciate e famiglie in fuga nelle prime ore del mattino

26 luglio 2021
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CUGLIERI. C’è chi ha perso tutto e anche chi non ha esitato un istante a dare una mano, anche mettendo a rischio la propria incolumità. All’ingresso di Scano di Montiferro, mentre il paese è avvolto dal fumo e le fiamme sono ancora troppo vicine alla pineta di San Giorgio, c’è Giampiero Panzali insieme ad un gruppo di giovani amici, anche di paesi vicini. Alcuni hanno uno panno davanti alla bocca, altri usano le mascherine anti covid per provare a non respirare troppa fuliggine. Presidiano una manichetta di plastica, da cui esce un piccolo getto d’acqua. Sono esausti ma non rinunciano ad un sorriso e a dare le prime indicazioni a chi arriva in paese: «È un disastro – dice Giampiero – e siamo esausti. Abbiamo passato la notte in bianco perché temevamo il peggio. Gli sfollati sono alle scuole medie e ci sono anche gli anziani della casa di riposo». Poche centinaia di metri lungo la strada principale di Scano, dove si incontrano piccole mandrie di cavalli tenute a bada dai padroni preoccupati dalle fiamme, e si arriva alla scuola. Da fuori sembra tutto tranquillo. E chiuso. Poi dal nulla spunta Debora Pinna, una delle sfollate: «Abbiamo lasciato la casa alle 13.30, quando il fuoco minacciava la pineta di San Giorgio e siamo venute qua, come ci ha indicato il sindaco. Gli anziani, però, sono qua da ieri». Nel cortile interno della scuola ci sono le ambulanze della croce rossa, per fortuna vuote. Dentro, invece, ci sono gli anziani. Sono diverse decine e il loro sguardo dice tutto. Sono stravolti, ma vivi. E non è poco visto l’inferno di fuoco che li ha quasi sorpresi. Non sono gli unici ad assere stravolti. Il racconto di Carlo Inzis fa rabbrividire: «Ieri notte non sapevo cosa fare. La mia attività di autoricambi era minacciata dalla fiamme, che poi l’hanno raggiunta facendo danni enormi. Anche la mia casa era nella stessa situazione». Allora, è arrivata l’unica scelta possibile: «Ho messo la mia famiglia in auto e siamo scappati. Prima a Sennariolo, poi ci hanno detto di andare a Macomer, dove saremo stati al sicuro, poi a Bosa. In sostanza, ho trascorso la notte al volante». Una storia molto simile è quella di Livio e Anna Sias, che nella notte tra sabato e domenica sono scappati dalla loro casa: «In sette in auto, con i miei genitori. Avevamo le fiamme davanti a casa, erano più alte degli alberi. Ho staccato le bombole del gas e siamo scappati verso Scano, saranno state le 3 del mattino. Siamo rientrati a casa poco dopo le sette: non sapevo nemmeno se ci fosse ancora». Per fortuna, a Livio e Anna è andata bene e la loro casa è stata solo sfiorata dalle fiamme. Questione di centimetri. Alessandro Pala, allevatore di Cuglieri ma residente nella borgata di Santa Caterina di Pittinuri, guarda i terreni percorsi dalle fiamme e scuote la testa: «Il fuoco ha bruciato tutto – dice sconsolato –. E adesso sta ripartendo. Se non viene fermato subito brucerà anche quel poco che ha risparmiato ieri. Io sono riuscito a salvare il bestiame, ma altri allevatori non hanno avuto la mia fortuna». Paura anche a Seneghe quando si è diffusa la voce che le fiamme stavano marciando in direzione di Nuraghe Ruiu. Per contrastarle si sono concentrate un centinaio di persone, allevatori e volontari sono arrivate nella zona boschiva con botti montate su trattori e fuoristrada e hanno presidiato l’area a rischio, ripulendola da arbusti secchi e altra vegetazione che poteva alimentare il fuoco. A Bonarcado è il sindaco, Franco Pinna, a fare la conta dei danni: «Un disastro immane. Praticamente sono andati in fumo i terreni destinati a uso civico. Ma l’area percorsa dal fuoco supera abbondantemente i duecento ettari. Numeri che però, per adesso, sono provvisori». Diego Loi, sindaco di Santu Lussurgiu e consigliere regionale dei Progressisti, apre un ragionamento che presto arrivare in Regione: «Sicuramente quella di aumentare la dotazione dei mezzi antincendio è una delle sfide da affrontare al più presto, perché è impensabile che ci si debba contendere i mezzi quando ci troviamo ad affrontare situazioni di estremo pericolo come quella che stiamo vivendo». (c.z. e pi.maro)

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