La Nuova Sardegna

Nuova odissea a bordo della Tirrenia

Nuova odissea a bordo della Tirrenia

Disavventura per mille passeggeri della Janas bloccata a Genova per un’ispezione di Guardia di finanza e Capitaneria

31 luglio 2021
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SASSARI. Ancora una volta il traghetto della Tirrenia è finito sotto il setaccio della Guardia di Finanza e della Capitaneria di Porto. Il 22 luglio era toccato alla Athara. Due giorni fa, invece, una ventina di militari, sono saliti al bordo del Janas alle 9 del mattino, e lo hanno perquisito e controllato per l’intera giornata. Peccato che la nave non fosse vuota, ma trasportasse almeno 500 mezzi e circa mille passeggeri. Così la loro tratta Genova-Porto Torres, che salvo mare agitato dura mediatamente undici ore, è diventata una piccola odissea. Infatti lo sbarco, previsto per le 8 circa, è slittato di parecchie ore, e i viaggiatori hanno potuto mettere piede per terra solo dopo le 15,30.

Sono gli imprevisti del programma “Traghetti Sicuri”, avviato dalla Procura sui vettori delle vacanze. E in questa fase i traghetti della Tirrenia, nell’arco di otto giorni, sono finiti per due volte sotto la lente. Le ipotesi di reato contenute nel fascicolo aperto dal pubblico ministero Walter Cutugno sono diverse: si parla di attentato alla sicurezza dei trasporti, falso ideologico e violazioni delle norme sulla sicurezza e sulla navigazione. Le fiamme Gialle e gli uomini della Guardia Costiera, nel blitz di due giorni fa, hanno sequestrato i giornali di navigazione e di macchina del Janas. Sono state effettuate anche una serie di prove sui motori, sulle scialuppe di salvataggio, sui sistemi che dovrebbero entrare in funzione in caso di black-out, e quindi l’apertura automatica delle porte, le luci di emergenza, le segnalazioni. Inoltre è stato verificata l’efficienza del sistema antincendio. Questo accurato check-up ha evidenziato un guasto: l’acqua in ingresso dalle sentine non defluirebbe in maniera regolare, e questo potrebbe non garantire la navigazione in condizioni di sicurezza. La Tirrenia, di fronte a questi rilievi, ha dovuto far intervenire gli ispettori del Registro Italiano Navale, che hanno rilasciato le necessarie certificazioni per consentire la traversata. Ma ormai erano già trascorse moltissime ore, che poi si sono accumulate come pesantissimo ritardo per l’approdo successivo nello scalo di Porto Torres. I disagi tuttavia non hanno riguardato solo le persone a bordo del traghetto, ma anche i passeggeri della traversata successiva, quelli che cioè da Porto TOrres si sarebbero dovuti imbarcare per Geneva. I ritardi inevitabilmente hanno determinato un effetto a catena anche per la partenza. Alcuni viaggiatori sono riusciti a prendere il traghetto Gnv, ma altri hanno dovuto aspettare ore.

Un copione già visto il 22 luglio scorso, quando l’ispezione nell’ambito dell’inchiesta sulle cosiddette “certificazioni facili” aveva riguardato l’Athara. Stessa scena: blitz di una ventina di militari sul traghetto in porto, ispezione, sequestro della documentazione, intervento del Rina, e passeggeri “in ostaggio” per 12 ore.

Durante i controlli gli esperti avevano rilevato un problema su un motore di una scialuppa di salvataggio e inoltre un’avaria sui propulsori della nave. Il tutto è stato riparato dalla compagnia prima di ripartire.

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