La Nuova Sardegna

Il paese ha temuto la presenza di una banda

Il paese ha temuto la presenza di una banda

Gli investigatori hanno raccolto decine di testimonianze sulla vita dello zio e del nipote

20 agosto 2021
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ARBOREA. Sconvolto per un verso, rassicurato per l’altro. Il paese sino a ieri mattina temeva veramente che in casa di Paolo Fonsatti fossero arrivati banditi pronti a commettere una rapina. Arborea è un centro anomalo: un territorio vasto dove le case isolate sono le regola, non l’eccezione; il colpo di una banda avrebbe fatto piombare la comunità nella paura.

Ma l’ipotesi della Procura non ha certo rasserenato il centro agricolo. Paolo era molto conosciuto, così come il nipote. Le testimonianze sui due hanno riempito in poche ore diversi taccuini degli investigatori, che hanno ricostruito la vita di entrambi.

Più facile da analizzare quella di Paolo, metodico, con una continua attività pubblica, conosciuto da tutti e da tutti voluto bene. Più complicato definire invece carattere e personalità del nipote Renato, segnato profondamente nel fisico (era rimasto claudicante) e nella mente dall’incidente d’auto che lo ha visto vittima a Roma. Da allora la sua vita ha conosciuto solo travagli, e il rientro in Sardegna, a Bosa, (anche se era quasi di casa a Arborea) non avrebbe semplificato le cose. La crisi coniugale che ha messo fine al suo matrimonio ha ulteriormente sconvolto la mente di Renato.

Che cosa sia realmente successo a fine mattina in quella casa per adesso si può solo ricostruire a grandi linee. Di certo è che non c’è stata alcuna effrazione dall’esterno e che fuori dalla casa non vi sono recenti tracce di auto arrivate e soprattutto andate via a tutta velocità. Inoltre in casa non è stato asportato nulla, e anche la collutazione sarebbe non fa propendere per un rapina andata male. Chi ha infierito sul corpo di Paolo Fonsatti in un primo momento ha cercato con uno straccio di eliminare il sangue sul pavimento, salvo poi cambiare idea. Gli accertamenti dei Ris, proseguiti per ore, hanno anche ipotizzato una successione degli eventi: la lite, l’aggressione, i colpi e il fendente mortale, e infine le concitate fasi che hanno preceduto l’altro momento certo, quando alle 13 Renato è uscito da casa e sanguinante si è recato in auto a un vicino bar per dare l’allarme: «Correte hanno ammazzato zio Paolo». Secondo la Procura l’ultima bugia di una giornata tragica.(g.cen.)

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