La Nuova Sardegna

Oristano, l’angiologa era in malattia ma lavorava in tabaccheria

Enrico Carta
Oristano, l’angiologa era in malattia ma lavorava in tabaccheria

La dottoressa denunciata da colleghi che l’avevano sorpresa dietro il bancone. Lei ha sempre negato, ma ora è arrivata la sospensione della Assl per 4 mesi

23 settembre 2021
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ORISTANO. In malattia e quindi assente dal posto di lavoro. Regolarmente presente invece dietro il bancone della tabaccheria di famiglia. C’è qualcosa che non torna e infatti è arrivata la sospensione per una angiologa in servizio al poliambulatorio dell’Assl di via Michele Pira a Oristano, dove per quattro mesi non potrà più indossare il camice.

Lo dovrà tenere appeso nell’armadio perché è stata sospesa dal lavoro – il provvedimento le deve essere ancora notificato – dopo che il caso è finito all’esame della commissione di disciplina. Quest’ultima ha anche conseguentemente deciso la sospensione di ogni retribuzione e ora la direzione dell’Assl, che ieri ha pubblicato la delibera, invierà gli atti alle forze dell’ordine perché, tramite la procura, valutino eventuali estremi di reato.

La dottoressa ha provato a difendersi in ogni modo – ancora ieri era al lavoro e ha spiegato di non essere al corrente di alcun provvedimento del genere in arrivo nei suoi confronti –, ma davanti a una fotografia che la immortalava tra pacchetti di sigarette, accendini e gratta e vinci ha potuto ben poco.

Ha sostenuto, durante l’audizione davanti alla commissione di disciplina in cui era assistita da un avvocato, che c’era stato uno scambio di persona e che la somiglianza con la sorella aveva indotto alcuni clienti, tra cui proprio dei medici suoi colleghi al poliambulatorio, a pensare che fosse lei la signora che stava vendendo i prodotti della tabaccheria di famiglia.

Anche una dipendente della tabaccheria ha testimoniato dicendo di non aver mai visto la dottoressa al lavoro in tabaccheria nel periodo in cui era in malattia e quindi assente dal suo ufficio del poliambulatorio, ma in commissione ha prevalso l’altra versione.

Del resto c’era la foto e c’erano le testimonianze dirette di alcuni suoi colleghi di lavoro che, passando di lì, l’avevano trovata dietro il bancone. Era lo scorso marzo quando il caso venne poi portato all’attenzione degli organi dell’Assl che sono chiamati a giudicare sul comportamento dei loro colleghi e immediatamente dopo è iniziata la procedura per far luce sulla vicenda.

La commissione di disciplina ha quindi stabilito che i fatti sono andati più o meno così: la dottoressa, che svolge anche attività sindacale, aveva presentato un certificato di malattia con il quale giustificava la sua assenza dal lavoro per due settimane. Un giorno però una collega era entrata nella tabaccheria e l’aveva trovata lì. Un po’ o più di un po’ di imbarazzo aveva preceduto lo scambio di saluti, un «ciao» che stava a significare che le due si erano riconosciute e non poteva essere altrimenti, visto che lavorano nella stessa struttura dell’Assl. A certificare il tutto ci aveva pensato poi uno scatto fatto col telefonino e la coincidenza che altri medici, sempre in quei giorni, abbiano scelto la tabaccheria per i loro acquisti.

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