La Nuova Sardegna

Sorpreso mentre scarica video pedopornografici

Sorpreso mentre scarica video pedopornografici

Ossi, un 29enne è finito nella rete della polizia postale. Tra i suoi file circa 20mila filmati di bambini

23 settembre 2021
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SASSARI. Disoccupato, 29 anni, originario di Cagliari ma residente a Ossi in provincia di Sassari. È il sardo finito nella rete della polizia postale che ha complessivamente eseguito 13 arresti a livello nazionale nell’ambito di una inchiesta sulla pedopornografia online. L’operazione è stata coordinata dalla procura della Repubblica di Palermo con l’obiettivo di contrastare lo sfruttamento sessuale online dei minori.

Il giovane è stato arrestato lo scorso 9 settembre in flagranza di reato dagli agenti della Polpost di Sassari che sono arrivati nella sua abitazione, a Ossi, e lo hanno sorpreso proprio mentre era intento a scaricare materiale pedopornografico da aggiungere al suo imponente archivio: circa 20mila video, molti dei quali aventi come protagonisti bambini di età inferiore ai 10 anni.

Il 29enne è stato rinchiuso nel carcere di Bancali a disposizione dell’autorità giudiziaria che ha emesso il provvedimento. Nel corso della perquisizione, gli agenti della polizia postale hanno scoperto chiavette contenenti i video pedopornografici nascosti anche nei flaconi dei medicinali.

L'inchiesta, durata un anno e mezzo, è stata condotta, sotto la direzione della Procura di Palermo, dal Compartimento di polizia postale e delle Comunicazioni per la Sicilia occidentale con il coordinamento del Servizio Centrale presso il Centro nazionale per il contrasto della pedopornografia on-line.

L'indagine ha preso il via dall'attività di monitoraggio svolta da tutti i compartimenti italiani tanto sui canali di file sharing, quanto su piattaforme di chat e nel dark web, luoghi virtuali in cui gli investigatori si sono avvalsi di agenti infiltrati. Gli operatori, che si sono infiltrati in canali specifici di scambio del materiale illecito, considerati dagli indagati affidabili grazie all'anonimato garantito dalla rete, sono riusciti a individuare le utenze attraverso le quali avvenivano le connessioni risalendo a persone residenti in 13 diverse regioni italiane. I risultati del lavoro sotto copertura insieme alle indagini informatiche, i sopralluoghi, i pedinamenti hanno portato l'autorità giudiziaria a disporre perquisizioni in tutta Italia. Nelle abitazioni sono stati sequestrati dispositivi informatici utilizzati anche per la conservazione dei file, spesso nascosti in contenitori come provette e confezioni per farmaci. A 13 persone è stata trovata una grande quantità di file pedopornografici: per loro è stato disposto l'arresto. Altri 21 sono stati denunciati. A finire sotto inchiesta persone di età e categorie diverse: dal dipendente pubblico, al professionista, da persone con istruzione limitata a laureati.

Sono ancora in corso accertamenti sulle immagini e sui frame del materiale sequestrato nel tentativo di dare un nome alle piccole vittime di abusi per consentirne la messa in sicurezza. (g.baz.)

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