La Nuova Sardegna

Calvia, il figlio d’arte gioca (bene) con i sapori e i colori del Mediterraneo

Calvia, il figlio d’arte gioca (bene) con i sapori e i colori del Mediterraneo

segue da pagina 43 Pareti grigio piombo (un po' fredde, in verità) bei tavoli, apparecchiati in maniera minimalista. E sopra la candida cucina a vista un soppalco con un tavolo scenograficamente...

24 settembre 2021
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segue da pagina 43



Pareti grigio piombo (un po' fredde, in verità) bei tavoli, apparecchiati in maniera minimalista. E sopra la candida cucina a vista un soppalco con un tavolo scenograficamente apparecchiato per due.

Titolari del ristorante sono Giovanni Calvia, originario di Sennori, e sua moglie Stefania (siciliana). Giovanni, nonostante la giovane età, ha un curriculum di tutto rispetto maturato in diversi locali italiani e stranieri (da Malta alla Svizzera).

Una competenza e una passione che ti colpiscono già dai primi assaggi.

Il cuoco è figlio d'arte: la mamma, infatti, è quella Gianfranca Dettori, sublime artigiana in grado di realizzare dolci sardi che hanno l'aspetto di gioielli raffinatissimi. Gianfranca, da donna di incredibile manualità, riesce a creare un filindeu di estrema eleganza e pani sardi a lievitazione naturale.

E proprio il pane, delle mini pastadure con lievito madre, che ti colpisce appena seduto a tavola, giusto un modo per assaggiare un prezioso olio extravergine siciliano che ti attiva le papille gustative.

Tre le proposte di menu: uno di tre portate da 45 euro più dolce. Uno da quattro portate a scelta da 60 euro più il dolce. E uno di 5 portate più il dolce da 75 euro. Tutti i menu con vini esclusi.

Noi abbiamo scelto quello da sessanta euro.

Dopo due assaggini sfiziosi arriva il piatto con la sarda affumicata, il peperone rosso, scalogno, salsa verde e filindeu (invisibile). Piatto cromaticamente bello da vedersi e delicato al palato. Ecco, anche, un delizioso polpo, morbido e di cottura perfetta in abbinamento con uno schizzo di clorofilla, lenticchie, limone e noci. Praticamente una bella tavolozza di colori da ammirare prima di assaggiare.

Ed ecco lo “Spago”, spaghettoni mantecati con burro, alici, palamita e un'idea di colatura di alici. Raramente di questi tempi, capita di mangiare un piatto che esalti meglio lo spirito mediterraneo del mangiar bene. Piatto di gran classe equilibrato nonostante una sapidità incipiente che, in teoria, dovrebbe alterarne l'armonia: un capolavoro. Ultimo piatto del menu, il pescato del giorno (una scaloppa di orata cotta alla perfezione) con una delicata giardiniera dello chef, bietole, maionese e liquirizia. Un'altra proposta che ti rapisce, non solo per i cromatismi del piatto ma per il sapiente gioco cotto/crudo degli ingredienti. Da riprovare assolutamente.

Per il dolce abbiamo voluto osare scegliendo una melanzana con gelato, cioccolato fondente e noccioline: un'idea ardita da perfezionare, così come la carta dei vini.

Il conto finale: circa ottanta euro a testa.

Pasquale Porcu



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