La Nuova Sardegna

La banda della marijuana finisce sotto scacco

di Stefania Puorro
La banda della marijuana finisce sotto scacco

Sequestrate dai carabinieri piantagioni in tutta l’isola, 9 arresti, 25 indagati

01 ottobre 2021
3 MINUTI DI LETTURA





OLBIA. Tutto è cominciato nell’ottobre di un anno fa. Quando i carabinieri di Olbia avevano scoperto una maxi piantagione di marijuana nel territorio di Loiri Porto San Paolo: 7mila piante, già estirpate, erano state individuate in un terreno da un elicottero del 10° Nucleo di Vena Fiorita. Ma era solo l’inizio. Perché l’attività investigativa della sezione operativa del reparto territoriale di Olbia - sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Cagliari - ha portato a scoprire un’associazione a delinquere finalizzata alla produzione e al traffico illecito di sostanze stupefacenti in tutta la Sardegna. Ieri mattina il finale dell’operazione, denominata “Green Economy”, alla quale hanno partecipato circa 150 militari e due elicotteri: nove persone arrestate (una con obbligo di dimora) a Bitti, Orune, Oliena, Lodè e Budoni, 25 indagati e 16 denunciati al termine di numerose perquisizioni. Complessivamente (erano già state arrestate 4 persone nel corso dei mesi) sono state sequestrate 30mila piante di marijuana, un kalashnikov, un fucile mitragliatore, una carabina, una pistola calibro 22 con caricatori e munizioni.

I nomi. Sono considerati i “promotori organizzatori”: Martino Contu, 51 anni, di Bitti; Antonio Mangia, 51 anni, di Orune; e Marcello Gaia, 37 anni, di Oliena. Per loro è scattata la custodia cautelare in carcere. Sono finiti in cella anche Antonio Maria Boi, 31 anni, di Oliena e Antonio Tolu, 48 anni, di Orune, che ricoprivano il ruolo di “associati”. Stessi incarichi per Giuseppe Canu, 37 anni, di Orune; Corrado Gambuzza, 70 anni, di Budoni; e Franco Nanu, 40 anni, di Lodè, tutti ai domiciliari. L’obbligo di dimora è stato imposto a Giampietro Piras, 48 anni, di Orune.

Le piantagioni. Oltre a quella di Loiri Porto San Paolo, le altre piantagioni sono state scoperte a Golfo Aranci, a Budoni (due), a San Teodoro, a Luogosanto, a Orgosolo, a Serramanna e a Pabillonis.

Indagini e blitz. La banda è stata sgominata dopo quasi un anno di intense indagini da parte della sezione operativa del reparto territoriale di Olbia, guidato dal tenente colonnello Davide Crapa. Un lavoro accuratissimo, ma anche complicato e rischioso. Ieri all’alba i carabinieri dei comandi provinciali di Sassari, Nuoro, Cagliari e Oristano, col supporto dello squadrone eliportato dei Cacciatori di Sardegna, di due unità cinofile e di due elicotteri del 10° Nucleo di Vena Fiorita e dell’11° Nucleo di Cagliari Elmas, hanno eseguito le ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip del tribunale di Cagliari e passato ai raggi x 25 abitazioni. Alla fine della giornata, sono stati recuperati 597 chili di marijuana tra Padru e Bitti (in parte già imbustata, in parte in essiccazione). A Bono sono state invece trovate 250 piante in essiccazione e ad Alà è stato recuperato un fucile. Ancora: sequestrati un grammo di cocaina, un altro grammo abbondante di marijuana, telefonini e schede Sim, sostanze da taglio e 10mila euro in contanti.

I ruoli. Tre delle persone arrestate, dunque, sono state riconosciute come le menti dell’associazione a delinquere: si occupavano di coltivare e poi di immettere sul mercato la droga. Gli altri associati avevano diversi incarichi: c’è si occupava delle coltivazione, chi dello smercio all’ingrosso. Poi sono stati scoperti i metodi utilizzati dai “consorziati” per comunicare tra loro e svelate le tecniche di coltivazione e di occultamento delle piantagioni - otto in tutto - sei delle quali molto estese (dalle 5000 alle settemila piante ognuna). In una di queste era stato sorpreso Marcello Gungui (nel settembre del 2019) su cui pendeva un provvedimento di cattura per un reato di omicidio.

Le misure. Di fronte a tutti gli elementi raccolti dai carabinieri nel corso delle indagini, la Procura distrettuale di Cagliari ha richiesto la misura cautelare, accolta dall’ufficio del gip. Per il giudice esisteva l’elemento associativo e così ha emesso i provvedimenti restrittivi.

La conferenza stampa. I dettagli dell’operazione “Green Economy” sono stati dati a Sassari dal tenente colonnello di Olbia Davide Crapa. «L’operazione - è stato detto - ha permesso di infliggere un duro colpo alla malavita locale, con legami con organizzazioni criminali di stampo mafioso». All’inizio della conferenza era presente anche il comandante provinciale dei carabinieri Dionisio De Masi.

In Primo Piano
Il dossier

Intimidazioni agli amministratori: nell’isola casi aumentati del 20 per cento

di Andrea Massidda
Le nostre iniziative