La Nuova Sardegna

Becciu, tutto da rifare rinvio a giudizio annullato

Becciu, tutto da rifare rinvio a giudizio annullato

L’avvocato del cardinale di Pattada: «Bocciata la metodologia dell’accusa»

07 ottobre 2021
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SASSARI. Il processo al cardinale Becciu rischia l’effetto bolla di sapone. L’ordinanza letta ieri in aula dal presidente Giuseppe Pignatone lo ha di fatto azzerato. Nella terza udienza del processo sulla gestione dei fondi della Santa sede, il Tribunale vaticano ha ordinato la parziale restituzione all'Ufficio del promotore di giustizia degli atti, limitatamente a una parte degli imputati e dei reati loro ascritti, e che entro il 3 novembre si proceda al deposito degli atti ancora mancanti, tra cui le video registrazioni del testimone chiave, monsignor Alberto Perlasca. La restituzione degli atti era stata chiesta nell'udienza di martedì dal Pg aggiunto Alessandro Diddi, con l'intento di poter procedere agli interrogatori preliminari degli imputati che non li avevano resi durante la fase istruttoria. Le difese dei dieci imputati avevano invece insistito nel chiedere la nullità del decreto di citazione a giudizio sia per i mancati interrogatori preliminari sia per l'ancora mancante deposito di atti del processo, tra cui i video-interrogatori di Perlasca. Ieri il Tribunale ha accolto la richiesta del Pg ma limitatamente a una parte delle posizioni e dei reati in discussione. Per quanto riguarda il cardinale Angelino Becciu - ai tempi dell’inizio della inchiesta prefetto della Congregazione delle cause dei santi, incarico che rimise nelle mani di Papa Francesco durante un duro faccia a faccia - sono stati annullati i rinvii a giudizio per i reati di subornazione di testimone e peculato, mentre restano in piedi quattro ipotesi di peculato e due di abuso d'ufficio. Più soddisfatta la difesa del cardinale di Pattada, presente in aula. Becciu «non ha potuto esercitare il diritto di interrogatorio in merito ai due capi di incolpazione su cui noi avevamo eccepito – ha dichiarato l’avvocato Fabio Viglione –. Un altro aspetto è che avevamo eccepito era non aver avuto una serie di atti e interrogatori e il Tribunale ha detto “dovete metterli a disposizione delle difese”. Tutto quello che abbiamo eccepito è stato accolto. Il promotore di giustizia, già martedì, aveva fatto un passo indietro, evidentemente ritenendo che alcune documentazioni le avrebbe dovute mettere a disposizione, e dall'altro lato che avrebbe dovuto procedere agli interrogatori», aggiunge il legale.

Il provvedimento del Tribunale riguarda il cardinale Becciu per l'ipotesi di subornazione e per il peculato nella vicenda Spes, «su cui la struttura del reato è cambiata, noi ci siamo difesi su una ipotesi diversa». Viglione ribadisce: «vogliamo vedere la registrazione di monsignor Perlasca, ore di interrogatori, non i verbalini. I termini sono stretti. Gli interrogatori invece seguiranno un altro corso, per quei due capi d'imputazione il promotore di giustizia deve ricominciare. Per ora va avanti solo un altro pezzo». In ogni caso, sottolinea, la restituzione degli atti al promotore di giustizia «è una bocciatura della metodologia utilizzata». Quello del Tribunale è «un provvedimento che ha accolto tutta una serie di nostre censure e quindi noi riteniamo che adesso le cose cambino, perché tutto quello che abbiamo eccepito ha trovato una risposta nel Tribunale».

Il processo originato dalle indagini sull'acquisto del Palazzo di Sloane Avenue a Londra, e allargatosi ad altre vicende, per come era stato impostato dagli inquirenti vaticani conosce così, già al suo inizio, una pesante battuta d'arresto. L'ordinanza dispone in particolare che vanno restituiti all'accusa anche gli atti riguardanti monsignor Mauro Carlino, Raffaele Mincione, Nicola Squillace e Fabrizio Tirabassi per tutti i reati contestati, azzerando così, di fatto, il loro rinvio a giudizio. Rimangono intoccate le posizioni personali della cagliaritana Cecilia Marogna (peculato), di René Bruelhart (4 presunti abusi d'ufficio) e del finanziere Gianluigi Torzi, anche se per quest'ultimo è stato riconosciuto il legittimo impedimento poiché soggetto a misura cautelare a Londra. Per tutte le posizioni residue il processo va avanti, e riprenderà il 17 novembre. Per i rinvii a giudizio interamente o parzialmente azzerati, invece, si dovrà procedere agli interrogatori degli indagati, decidendo poi sulle nuove basi, o per un nuovo rinvio a giudizio o per l'archiviazione. (al.pi.)

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