La Nuova Sardegna

L’arzanese al secondo posto tra i ricercati più pericolosi

dall’inviato
L’arzanese al secondo posto tra i ricercati più pericolosi

In paese nessuno parla di Cubeddu, sparito dopo un permesso: avrebbe 74 anni C’è chi lo dà per morto è chi è convinto che sia vivo e ancora in Ogliastra

10 ottobre 2021
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ARZANA. Il primo è Matteo Messina Denaro, ma al secondo posto c’è lui, Attilio Cubeddu, classe 1947, alla macchia dall’età di trent’anni. È la short list che il ministero dell’Interno dedica ai «latitanti di massima pericolosità facenti parte del programma speciale di ricerca». Sono appena sei al momento, due siciliani, due campani e due sardi: l’ultimo entrato nell’elenco è infatti il principe delle evasioni Graziano Mesina, ottant’anni il prossimo 4 aprile, in fuga come è noto dal luglio 2020 per evitare una nuova carcerazione, probabilmente l’ultima della sua lunga vita di latitante ed ergastolano pur graziato dal presidente della Repubblica Ciampi.

Ad Arzana di Cubeddu non si parla, c’è poco da fare. Provare ad attaccare discorso su questo argomento è sostanzialmente inutile, anche con gli anziani che stazionano in piazza, prodighi di aneddoti su qualsiasi cosa quanto vaghi e silenziosi di fronte alle domande sul bandito. Non è omertà, è che dove sia e cosa faccia Cubeddu è realmente un mistero per la stragrande maggioranza dei cittadini di Arzana. È stato dato per morto, ucciso da Giovanni Farina, suo complice, per non dividere il denaro del riscatto per il sequestro Soffiantini. Ma non è mai stato provato. Lo si è dato fuggiasco all’estero, in America Latina, e anche qui non ci sono mai stati riscontri.

C’è invece chi pensa che sia vivo, e che non si sia mai spostato dall’Ogliastra da quel 7 febbraio 1997 in cui non fece rientro nel carcere di Badu ’e carros dopo un permesso ottenuto per buona condotta (scontava una condanna per sequestri messi a segno in Toscana e in Emilia Romagna). Se si esclude ovviamente la trasferta in Lombardia, dopo la fuga, per partecipare al sequestro Soffiantini, che gli è costato un’altra condanna a trent’anni di carcere. Ma all’ipotesi che Cubeddu sia vivo e stabile in Sardegna ci credono, o quantomeno ci hanno creduto in tempi recenti, anche gli inquirenti. Nel 2012 Domenico Fiordalisi, allora procuratore della Repubblica di Lanusei, ha ufficialmente riaperto le indagini su di lui, nell’ipotesi appunto che Cubeddu si trovasse in Ogliastra e potesse contare su una rete di fiancheggiatori. Così, all’alba del 12 giugno 2012, ad Arzana, ma non solo, anche a Gairo e Cardedu, piombarono elicotteri e reparti speciali per ridare vita alla caccia al superlatitante. Per prima fu perquisita l’abitazione di famiglia. Poi tante altre. Ma di Attilio Cubeddu neppure l’ombra.

Il presunto retroscena di questa ennesima caccia all’uomo lo ha raccontato l’inviato di Repubblica Attilio Bolzoni. Pare che pochi giorni prima un misterioso personaggio si fosse presentato di fronte al procuratore Fiordalisi proponendo una singolare mediazione. Facendogli cioè capire che Cubeddu si sarebbe potuto costituire se la magistratura avesse sospeso le indagini sul patrimonio di famiglia, evidentemente ritenuto di provenienza non del tutto lecita. La risposta del procuratore Fiordalisi fu l’invio dei reparti speciali. (paolo merlini)

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