La Nuova Sardegna

Il sì di don Cannavera all’eutanasia legale scuote la Chiesa

di Alessandro Pirina
Il sì di don Cannavera all’eutanasia legale scuote la Chiesa

Il sacerdote: «Non parlo di suicidio assistito ma condiviso. Richiamato dal vescovo dopo la firma per il referendum»

11 ottobre 2021
3 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. La sua è una delle tante, tantissime firme di italiani - oltre un milione e 200mila quelle depositate due giorni fa in Cassazione - che vogliono che l’eutanasia diventi legale, che chiedono si affermi il diritto di scegliere di essere aiutati per porre fine alla propria vita. Ma ovviamente, visto il tema incandescente - anche se più per la Chiesa che per la società -, la firma di don Ettore Cannavera è la più pesante. Il sacerdote, fondatore della comunità La Collina di Serdiana, si è schierato per l’eutanasia legale al fianco dei radicali. E ha ribadito la sua posizione con un intervento al congresso dell’associazione Luca Coscioni. «Ho firmato anche io il referendum per l’eutanasia legale e organizzato due incontri con docenti universitari, per questo sono stato “richiamato” dal vescovo di Cagliari (monsignor Giuseppe Baturi, ndr) per chiarire le mie idee». Parole che non lasciano dubbi sulla posizione di don Cannavera: il tabù del fine vita va affrontato e superato anche all’interno della chiesa. «Nella mia visione di fede Dio è amore, non siamo individui singoli - io, io, io - ma conta la relazione con gli altri, il noi. Una caratteristica fondamentale dell’essere umano è la relazione – ha spiegato il sacerdote, tre anni fa nominato commendatore dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella –. Occorre combattere la solitudine più che altro. Non lo chiamerei suicidio assistito, ma condiviso. La vita non viene tolta ma trasformata, perché ti accanisci, lo tieni nella sofferenza, a fare che? A chi appartiene la nostra vita, non al singolo, ma alla comunità, alla nostra famiglia, a tutti. È un bene comunitario. Se a fronte di atroci sofferenze la decisione migliore per qualcuno è interrompere la vita allora io gli dico: fallo serenamente, sarai benedetto dal Padre eterno».

Non è la prima volta che don Cannavera assume posizioni in contrasto con linea ufficiale della Chiesa. La sua vicinanza ai radicali non è un fatto recente. In passato il sacerdote ha dichiarato di avere votato più volte per il partito di Pannella. Ma non solo. Si è anche schierato per il divorzio, l’aborto, ora il fine vita. Una posizione se non isolata sicuramente minoritaria nel clero. Ma non tra i fedeli. Lo ha detto lo stesso Marco Cappato, uno dei leader radicali, personaggio chiave della battaglia per l’eutanasia legale, citando un’indagine Ipsos pubblicata sul Gazzettino. «Sull'eutanasia è ora di aprire un dibattito anche teologico all'interno della Chiesa cattolica – ha detto Cappato, che è tesoriere dell’associazione Luca Coscioni –, intesa non semplicemente come gerarchie vaticane ma come comunità dei credenti. Quel 52 per cento di praticanti assidui della messa che a nord est sono a favore della possibilità di un medico di terminare la vita del paziente su sua richiesta indicano l'esistenza di quello che il grande filosofo ed esponente dell'esistenzialismo cristiano, Pietro Prini definiva "scisma sommerso". Ringrazio don Ettore Cannavera perché il suo intervento al Congresso dell'associazione Luca Coscioni aiuta ad aprire finalmente quel dibattito all'interno della chiesa cattolica, a far emergere quello scisma».

In Primo Piano
Politica

Regione, la giunta Todde annulla la delibera per la costruzione di quattro nuovi ospedali

Le nostre iniziative