La Nuova Sardegna

Il dramma all’ecocentro c’è il video dell’incidente

di Gianni Bazzoni
Il dramma all’ecocentro c’è il video dell’incidente

Le telecamere hanno ripreso il momento in cui Derudas ha perso la vita Dalle immagini sembra che il mezzo abbia avuto un problema tecnico

17 ottobre 2021
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SASSARI. Si vede il carrello elevatore che avanza con il suo carico di residui di cialde di caffè da depositare nel contenitore. A un certo punto nel piazzale dell’Ecocentro comunale di via Ariosto succede qualcosa di strano: il muletto non rallenta, non si ferma. Come se il mezzo sia condizionato da un problema tecnico, un guasto all’acceleratore o al freno. È un attimo: sbanda da una parte, si solleva da terra e comincia una rotazione. In quel momento Gianuario Derudas si alza dal posto di guida e si lancia: una mossa che dovrebbe servire per mettersi in salvo, al riparo da conseguenze gravi. Invece il lavoratore cade proprio dalla parte dove il muletto si rovescia e, purtroppo, non gli lascia scampo.

Le immagini della tragedia sono impresse nel video registrato dalle telecamere interne dell’Ecocentro e raccontano la tragedia, l’ennesima morte sul lavoro che distrugge una famiglia, travolge le speranze e cancella in un attimo i sacrifici di una vita fatti per raggiungere l’obiettivo di una occupazione stabile, di un reddito dignitoso e sicuro.

In quel video c’è anche il senso di quello che si poteva fare, ma che fa parte solo delle valutazioni del dopo, delle riflessioni di chi ragiona a tavolino e non a bordo di un muletto che si rovescia e ti mette di fronte a una decisione rapida. Che deve essere la migliore, quella giusta. Oggi, a vedere quelle immagini si può dire che se Gianuario Derudas fosse rimasto con le mani saldamente al volante, o se fosse saltato dall’altra parte forse si sarebbe salvato. Magari avrebbe riportato qualche frattura, ma non avrebbe pagato con la vita.

Quarantatrè anni compiuti a settembre, abituato a non stare mai fermo, a fare sempre il primo passo e a “risolvere i problemi”, Gianuario era prima di tutto un gran lavoratore. E un tecnico che metteva la sicurezza al primo posto; mai un azzardo o una girata di testa, niente scorciatoie. Lo sapeva bene e lo insegnava agli altri: stare attenti, sempre.

E allora cosa è successo l’altro pomeriggio in quell’ambiente di lavoro che Gianuario Derudas conosceva bene? E dove è tornato con il solito slancio di generosità per sostituire un collega in ferie: cos’è che non ha funzionato?

Ci vogliono risposte, perché non si può morire così, in un piazzale dove tutto sommato i rischi sono quasi ridotti a zero ma, evidentemente, anche quel minimo è sufficiente per spezzare una vita umana. L’inchiesta affidata al sostituto procuratore della Repubblica Mario Leo dovrà chiarire ogni minimo aspetto, senza lasciare alcun dubbio. Già domani potrebbero esserci i primi indagati. Gli investigatori della squadra mobile della questura di Sassari - guidati dal dirigente Dario Mongiovì - sono al lavoro, così pure gli ispettori dello Spresal. Bisogna capire se quel muletto sul quale operava Gianuario Derudas era pienamente efficiente e a norma. E i periti dovranno stabilire se il mezzo ha avuto un guasto oppure no. E poi c’è da valutare il percorso durante il ciclo di lavoro: bisogna sapere se un carrello elevatore (specie quando movimenta carichi) in quell’area dell’Ecocentro si muove in sicurezza o se ci sono situazioni (dislivelli o altro) che determinano situazioni di pericolo improvvise e imprevedibili.

Sono tutte valutazioni del dopo, che non annullano la tragedia, che non riavvolgono il nastro di quel video drammatico. Ma servono a cercare la verità, a dare forza alle convinzioni e alle idee di Gianuario Derudas: un lavoratore che amava stare con i lavoratori, che coltivava il senso della legalità e del rispetto, senza mai scendere a compromessi. Per questo il suo lavoro era sempre stato quello che faceva in quel momento, ne aveva cambiato tanti per essere sempre autonomo. E libero. Domani, alle 15.30, nella chiesa di Sant’Orsola, il suo quartiere, l’ultimo saluto a un lavoratore cresciuto senza mai fermarsi davanti alle difficoltà. E ne andava fiero.

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