La Nuova Sardegna

Chiuso il caso  

Impianto fotovoltaico in Marmilla: archiviata l’inchiesta

CAGLIARI. E’ finita in archivio prima ancora che la Procura arrivasse alle conclusioni l’inchiesta giudiziaria su ipotesi di falso ideologico, sostituzione di persona e truffa aperta nove anni fa...

27 ottobre 2021
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CAGLIARI. E’ finita in archivio prima ancora che la Procura arrivasse alle conclusioni l’inchiesta giudiziaria su ipotesi di falso ideologico, sostituzione di persona e truffa aperta nove anni fa attorno al finanziamento pubblico di impianti fotovoltaici in Marmilla: se qualcuno ha commesso reati la prescrizione li ha cancellati definitivamente. Il solo nome iscritto al registro degli indagati era quello del manager lombardo Adriano Colosimo, che esce dunque senza macchia dal procedimento penale condotto dal pm Enrico Lussu, il magistrato che circa un mese fa ha chiesto e ottenuto dal gip Giorgio Altieri l’archiviazione della sua posizione dopo un’istruttoria rimasta negli anni e fino all’archiviazione a livello di atti preliminari.

A portare su Colosimo l’attenzione della Procura erano stati due esposti firmati nel 2012 da un professionista milanese e dall’Ordine degli ingegneri di Milano ove si faceva riferimento alla falsificazione del timbro e della firma dell’ingegnere lombardo Giovanni Deveronico su alcuni progetti di impianti ad energia alternativa datati 2007, destinati ai comuni sardi e dagli stessi comuni in buona parte pagati. Sul frontespizio dei progetti al posto del numero di iscrizione all’albo risultava apposto il numero di cellulare del professionista, mentre per il completamento degli elaborati tecnici e portarli alla fase esecutiva era stato delegato un ingegnere di Cagliari. L’inchiesta, affidata alla Guardia di Finanza, andò avanti con l’esame di testimoni e documenti: emerse che alcuni degli impianti risultarono installati non a regola d’arte, ancorché funzionanti, con conseguente risoluzione del contratto malgrado Regione e comuni vi avessero investito somme notevoli. Finché Deveronico, chiamato in causa dal collega cagliaritano, venne a sapere da lui di aver firmato diversi progetti che in realtà non aveva neppure visto. Da qui la decisione di rivolgersi alla Procura di Cagliari insieme al Consiglio dell’Ordine degli ingegneri di Milano. Le Fiamme Gialle esaminarono i documenti, le verifiche nei comuni durarono mesi ma i rapporti degli investigatori non sono stati sufficienti perché il pm Lussu potesse trovare conferma dei reati ipotizzati all’avvio dell’indagine.

Da qui – dopo dieci anni – è giunta l’ archiviazione del procedimento per l’originario indagato.

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