La Nuova Sardegna

Barelle, ora si corre ai ripari «Riporteremo Anna a Olbia»

di Stefania Puorro
Barelle, ora si corre ai ripari «Riporteremo Anna a Olbia»

La Regione media, la compagnia interviene sul caso della paziente oncologica «Noleggiamo un aereo. Poi riusciremo a far viaggiare chi ha queste necessità»

29 ottobre 2021
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OLBIA. «Riporteremo a Olbia la paziente oncologica in cura a Verona. Troveremo la soluzione e se sarà necessario noleggeremo un aereo, in attesa di adeguarci per far viaggiare i barellati». Volotea dà la sua parola e garantisce all’assessore regionale Giuseppe Fasolino (Bilancio e Programmazione) che Anna, la donna di 50 anni a cui la stessa compagnia aveva detto di non poter garantire il suo trasporto, tornerà presto a casa in aereo.

«Ho parlato prima con la famiglia – ha detto Fasolino – e poi con i vertici della compagnia a cui sono state assegnate le rotte in continuità territoriale: sì, mi hanno assicurato che si occuperanno del trasporto della donna sulla barella. Chiedono solo di poter conoscere qualche giorno prima la data della partenza da Milano Linate. Ma in ogni caso, e ne ho discusso con il presidente Solinas, di fronte a un qualunque intoppo la Regione sarà pronta a intervenire a sue spese».

La gratitudine, «per tanta tempestività», è arrivata da Franco, fratello di Anna, ma «per poter avere il rispetto di quello che dovrebbe essere un diritto, ho dovuto mettere in piazza la vita di mia sorella, il nostro dolore, la nostra grande amarezza. Avevo già chiesto una mano, e non un favore, in punta di piedi. Senza clamore, avevo sollevato il caso, ma nessuno si era mosso». E solo quando La Nuova Sardegna ha raccontato questo dramma, una soluzione - seppur provvisoria - è stata trovata. «Per me, ora, è importante avere la certezza di riportare a casa Anna – continua il fratello – e dico ancora grazie. Sperando però che il grave problema venga risolto alla radice, nell’interesse dei tanti malati sardi costretti a viaggiare su una barella».

Franco aveva deciso di parlare pubblicamente pochi giorni fa, dopo aver chiesto informazioni sui biglietti del rientro non solo perché Volotea gli aveva detto che non trasportava i barellati, ma anche perché si era trovato di fronte un’unica alternativa, l’aeroambulanza, che gli sarebbe costata più di 9.200 euro. «Un’assurdità – aveva detto –, visto che quando avevo viaggiato con Alitalia avevo pagato 69 euro a testa più 141 euro per la barella».

Anna, 50 anni, madre di due bambini (uno dei quali con disabilità) vive a Olbia. Ha scoperto di essersi ammalata lo scorso gennaio e solo due mesi prima il marito era morto per un tumore. Una diagnosi terribile, anche per lei: una metastasi al cervello partita dal seno. Da febbraio ha così cominciato a viaggiare per raggiungere Verona, sempre col fratello Franco, per curarsi e operarsi al Polo Confortini di Borgo Trento. Qui è stata sottoposta a diversi interventi, ha fatto piccoli progressi, e si sono occupati di lei proprio due neurochirughi sardi: il primario Gianpietro Pinna, che è di Sassari, e il suo collega Christian Soda, di Golfo Aranci. Lo stesso neurochirurgo golfarancino («il nostro angelo», lo ha definito Franco) ha contattato l’assessore Fasolino affinché si trovasse una soluzione per il trasporto di Anna.

Tra i tanti interventi (anche sui social) «sull’ennesimo schiaffo ai malati sardi», c’è quello della deputata Mara Lapia (Centro democratico) che ha messo sotto accusa l’assessore regionale ai Trasporti Giorgio Todde e lo stesso presidente Christian Solinas «di fronte all’incapacità di stilare un bando come si deve». Ma non solo. «Già è gravissimo il fatto che, in una sanità sull’orlo del collasso, si registrino imponenti fughe sanitarie ma ciò che non è inammissibile – dice la componente della Commissione affari sociali e sanità della Camera – è che non si sia prevista una situazione simile. E stavolta si è davvero toccato il fondo. Auspico che per il futuro, la Regione sia ben consapevole dell’importanza di questo servizio e che affronti il nuovo bando con meno leggerezza e più attenzione verso le esigenze dei sardi e soprattutto di quelle dei più fragili».

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