Nuoro, mai riconosciuto il laboratorio Covid primo nell’isola a sequenziare il virus
La richiesta di accreditamento del polo di eccellenza nuorese, inviata tempo addietro agli uffici dell’assessorato regionale alla Sanità, non ha mai avuto un riscontro
NUORO. Nessuno è profeta in patria. Non lo è neanche il piccolo ma agguerrito gruppo di ricercatori del laboratorio Covid dell’ospedale San Francesco. Un’eccellenza nazionale, che, prima in Sardegna, con il laboratorio di Ematologia ha isolato l’intera sequenza genomica del Covid 19. Questo ragguardevole primato del giugno 2020 finito, sotto il nome di “Sardinia Nuoro”, nella banca dati del Ncbi, il National Center for Biotechnology Information, tuttavia non è servito ad ottenere l’ambito accreditamento che avrebbe consentito allo staff composto da personale del laboratorio di biologia molecolare e microbiologia e dell’Ematologia, che lavorano sulla diagnostica, di continuare gli studi sul virus in maniera autonoma, senza doversi appoggiare all’hub dell’Aou di Sassari. Soprattutto avrebbe permesso il finanziamento delle ricerche, magari con i fondi astronomici del Pnrr stanziati proprio per supportare questo campo, che tanto utili si sono rivelate nella lotta alla pandemia. La situazione del laboratorio Covid dell’ospedale di Nuoro (di cui è responsabile Giuseppe Mameli, mentre la direttrice del reparto Analisi è Maria Cristina Garau), parte integrante della rete dell’Istituto superiore di sanità che monitora la mappatura delle varianti del virus, è singolare. Il laboratorio non solo ha processato oltre 100mila tamponi, ma, con l’Ematologia (diretta da Angelo Palmas) ha conservato e catalogato circa migliaia di campioni positivi, conservando a -80 gradi l’Rna del virus di 1500 campioni pronti per il sequenziamento genetico. A fronte di simili risultati, ci si sarebbe aspettati, come minimo, il riconoscimento ufficiale.
Così non è stato: la richiesta di accreditamento, inviata tempo addietro agli uffici dell’assessorato regionale alla Sanità, non ha mai avuto un riscontro. Non si sa se per una dimenticanza o per una scelta precisa, fatto sta che, ad oggi, il destino di quel gruppo di biologi virologi, biologi, genetisti, ematologi, cardiogenetisti, tecnici di laboratorio, tutti con curriculum da paura anche se alcuni precari, sembra segnato: senza ulteriori fondi e con il rischio che i contratti dei borsisti assunti per l’emergenza Covid e in scadenza (al 31 dicembre, termine dell’emergenza Covid) non vengano rinnovati, questo patrimonio rischia di volatilizzarsi. La commissaria straordinaria della Assl di Nuoro, da cui era partita la richiesta formale di accreditamento, fa esercizio di diplomazia. Gesuina Cherchi ammette il mancato riconoscimento, nell’auspicio che arrivi al più presto. «Il ministero ha accreditato per l’attività di sequenziamento i due poli universitari di Cagliari e Sassari. Abbiamo colto l’invito dell’ateneo sassarese di continuare questa collaborazione e il personale spera di poter essere autorizzato a proseguire questa straordinaria ed utilissima attività con un riconoscimento chiaro» sottolinea la commissaria. «Non è secondario che l’attività di sequenziamento di Nuoro ha inserito ufficialmente il nostro ospedale tra i laboratori della rete nazionale per il monitoraggio delle varianti Sars Cov2. La consapevolezza che il 31 dicembre i contratti dei biologi che costituiscono il team Covid siano in scadenza è fonte di profonda preoccupazione. È importante che il bagaglio d’esperienza maturato, persistendo la necessità di continuare a sorvegliare lo scenario infettivo, non venga disperso» conclude Gesuina Cherchi che chiede il rinnovo dei contratti per il personale che tanto bene ha operato nei giorni più drammatici della pandemia.
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