La Nuova Sardegna

Mezza tonnellata di “erba” in un ovile a Bottidda

di Gianni Bazzoni
Mezza tonnellata di “erba” in un ovile a Bottidda

Arrestato un 28enne, incensurato. Carabinieri di Bono a caccia dei complici

13 novembre 2021
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BOTTIDDA. É negli ovili la casa della droga. Un segnale di cambiamento percepito chiaramente già qualche anno fa e ormai consolidato con prove importanti e quintali di marijuana sequestrate anche in tempi ravvicinati. L’area del Goceano è quella che - nella provincia di Sassari - sta riservando i capitoli più significativi di come sta cambiando l’organizzazione di alcuni ambienti del mondo delle campagne. L’ultimo sequestro di droga è di qualche giorno fa ad opera dei carabinieri del nucleo radiomobile della compagnia di Bono: i militari di una pattuglia hanno scoperto un deposito all’interno di un ovile dove erano stoccati 560 chili di marijuana pronta per essere immessa sul mercato per un valore complessivo di circa due milioni di euro. Il titolare dell’ovile, un giovane di Bottidda di 28 anni, incensurato, è stato arrestato e ha trascorso in regime di detenzione domiciliare il periodo fino all’udienza di convalida che si è svolta ieri mattina in Tribunale a Nuoro. L’arresto eseguito dai carabinieri è stato convalidato e subito dopo il giovane è stata rimesso in libertà con la misura dell’obbligo di firma. Una decisione che è legata anche all’esito delle perizie disposte per la droga (che dovranno dimostrare se si tratta di roba illegale o meno) e a seguito di quei risultati potranno poi scattare eventuali ulteriori provvedimenti.

L’operazione dei carabinieri della compagnia di Bono guidati dal capitano Daniele Masina risale al pomeriggio del 10 novembre. Una pattuglia del nucleo radiomobile (al comando del maresciallo Fausto Benegiamo) mentre transitava lungo la strada provinciale 84 - in direzione di Nuoro - nel territorio di Bottidda, in località “Marradas” ha effettuato un controllo a campione in alcuni ovili. A un certo punto l’attenzione degli operatori della pattuglia è stata richiamata da un forte odore (tipico della marijuana) che proveniva da un capannone. É stato fin troppo facile scoprire il rilevante quantitativo di droga già sistema dentro sacchi per mangine e in bidoni solitamente utilizzati in agricoltura. Circa 150 chili della stessa sostanza stupefacente erano ancora poggiati per terra in attesa di essere lavorati e impacchettati.

Nel corso della perquisizione conclusa con il sequestro dei 560 chili di droga, i carabineri hanno trovato anche uno sbocciolatore per la pulizia delle infiorescenze e delle ventole che solitamente vengono impiegate per favorire l’essicazione delle piante di marijuana. Trovati anche altri attrezzi utili per il confezionamento dello stupefacente.

Tutto il materiale è stato messo sotto sequestro e l’indagine - che per ora ha portato solo all’arresto del giovane allevatore di Bottidda - è ancora in pieno svolgimento (sotto il coordinamento della procura della Repubblica di Nuoro, il sostituto che si occupa della vicenda è il dottor Giorgio Bocciarelli) anche per individuare eventuali altre persone che possono essere coinvolte nella vicena. Non è escluso, infatti, che l’ingente quantitativo di droga possa avere più “soci” e che l’ovile sia stato scelto come centro di stoccaggio unico in attesa di procedere con le attività di commercializzazione.

Meno di un mese fa, sempre i carabinieri della compagnia di Bono, avevano sequestrato a Burgos 110 chili di marijuana e quasi 7 chili di hascisc (in tutto 72 panetti) e 20 grammi di cocaina. In quella occasione i militari del nucleo radiomobile erano arrivati a una vera e propria raffineria attrezzata nell’abitazione di un muratore di 51 anni che era stato arrestato. Durante i controlli era saltata fuori anche una pistola Beretta perfettamente funzionante con la matricola cancellata e due colpi nel caricatore sulla quale sono ancora in corso verifiche.

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