La Nuova Sardegna

il ricordo del giornalista 

Un posto speciale nell’autobiografia

Un posto speciale nell’autobiografia

Tra De Niro, Beatles e Mennea ecco Giovanni: mi insegnò il rispetto

18 novembre 2021
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SANTU LUSSURGIU. Le confessioni fiume di Fidel Castro, l’abbraccio di un sudatissimo Pietro Mennea dopo il traguardo di Città del Messico con lo storico 19”72 scolpito sul cronometro; la genuina amicizia di Diego Armando Maradona, gli incontri con dei giovani Beatles, le chiacchierate con Osvaldo Soriano e Toquinho, l’incredibile tavolata all’osteria da “Checco il carrettiere” di Trastevere con Robert De Niro, Sergio Leone, Gabriel García Márquez, Muhammad Alì. E lui, ovviamente, Gianni Minà.

Gigante del giornalismo, 83 anni, nell’autobiografia intitolata “Storia di un boxeur latino”, scritta a quattro mani con Fabio Stassi ed edita da Minimum Fax, ripercorre le tappe più importanti di una vita straordinaria.

Nel suo personale pantheon di personaggi incredibili che ha incontrato o con i quali ha avuto rapporti particolarmente stretti, tra capi di Stato, sportivi leggendari e il gotha del mondo della cultura, Minà inserisce Giovanni Pische, dipingendolo come un vero e proprio maestro di vita. Nel 1999 Gianni Minà partecipò alla cerimonia di intitolazione della palestra comunale di Santu Lussurgiu al suo vecchio amico, che era scomparso dodici anni prima.

«Quando Giovanni morì – racconta Minà, riferendosi alla compagnia degli amici della sua adolescenza nelle case popolari di Torino – al funerale ci ritrovammo in molti, commossi, ingrigiti. Ma i ragazzi di quel tempo somigliano agli uomini che sono diventati. E sono convinto che molto di questo merito è dovuto a Giovanni Pische. Ci instillò il rispetto, nel modo di essere, che non abbiamo più perso». (a.si.)

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