La Nuova Sardegna

In arrivo in Sardegna 65 medici da tutta Italia

In arrivo in Sardegna 65 medici da tutta Italia

Crescono i numeri del primo contingente di specialisti che lavorerà nell’isola

20 novembre 2021
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SASSARI. L’emergenza non verrà cancellata ma dal bando di mobilità nazionale aperto dalla Regione e destinato ai medici di tutta Italia potrebbe arrivare una grande mano d’aiuto. Per il momento sono 65 i medici che hanno deciso di ritornare in Sardegna o di sbarcarci per la prima volta in pianta stabile ma Regione e Ats sperano che il numero possa essere aumentato ulteriormente nelle ultime ore disponibili prima della chiusura del bando, fissato per la mezzanotte di ieri. Per il momento nell’elenco dei “nuovi medici sardi” figurano specialisti in urologia, anestesia, medicina interna, igiene, pneumologia, neurologia, ortopedia, oncologia, psichiatria, neurochirurgia, medicina del lavoro, cardiologia, emodinamica, nefrologia, chirurgia generale, ginecologia, radiodiagnostica, pronto soccorso, medicina fisica e riabilitazione. Inizia dunque a prendere forma il primo contingente di specialisti che riduce a un centinaio la disponibilità totale di posti per le strutture pubbliche, ospedali e medicina territoriale che era stato fissato in 166 caselle rimaste scoperte negli ultimi anni. «La Giunta – spiega il presidente della Regione, Christan Solinas – ha approvato un piano del personale con l'obiettivo di rispondere nel triennio 2021-2023 al fabbisogno delle aziende del sistema sanitario regionale, riequilibrando la forza lavoro in uscita e potenziando gli attuali organici, prevedendo un saldo positivo di 2.081 unità. Tra il 2021 e il 2023 sono 3.046 i dipendenti del sistema sanitario regionale che andranno in pensione, tra personale sanitario, tecnico, amministrativo e professionale. Nello stesso periodo sono state programmate 5.127 assunzioni». Sulla stessa falsariga anche l’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu che ancora confida in un contingente più ampio: «Ci sono ancora alcune ore di tempo – ha detto ieri sera – e speriamo che i numeri possano lievitare, meglio se nelle posizioni in cui abbiamo registrato le maggiori carenze di organico, come gli specialisti del pronto soccorso, i chirurghi, gli anestesisti, i cardiologi e glo ortopedici». (c.z.)

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