La Nuova Sardegna

Cadavere in un pozzo forse è il corpo di Mosè Cao

di Giusy Ferreli
Cadavere in un pozzo forse è il corpo di Mosè Cao

L’uomo, coinvolto in vicende di droga, era sparito da Lotzorai a settembre

23 novembre 2021
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TALANA. Il dato di cronaca nudo e crudo è quello del rinvenimento del cadavere in avanzato stato di decomposizione di un uomo, trovato sul fondo di un pozzo nelle campagne di Talana con il volto irriconoscibile. L’ipotesi più accreditata è che si tratti del corpo di Mosè Cao, il pregiudicato 58enne di Lotzorai sparito a metà settembre in circostanze circondate dal mistero più fitto. Una scomparsa per la quale la Procura di Lanusei ha aperto un fascicolo per sequestro di persona, ipotesi di reato alle quale potrebbe aggiungersi ora quella di omicidio.

La macabra scoperta risale al primo pomeriggio di ieri e, secondo una prima ricostruzione, è stata del tutto causale: una persona che si trovava in una strada di penetrazione agraria in località Rio Maori, a poca distanza dalla provinciale 56 che collega i due comuni ogliastrini, insospettita dall’acre odore che pervadeva l’aria, si è affacciata nella bocca della costruzione in muratura che sormonta il pozzo. A quel punto, non ha potuto non notare quello che poi si è rivelato un corpo, in posizione prona. L’allarme, scattato intorno alle 14.30, ha richiamato sul posto i poliziotti della squadra mobile di Nuoro, gli agenti del commissariato di Tortolì e gli specialisti della scientifica. Il magistrato di turno, il sostituto procuratore Giovanna Morra, ha chiesto l’intervento dei sommozzatori dei vigili del fuoco, intervenuti nelle campagne talanesi per recuperare il cadavere che appariva in pessimo stato di conservazione.

Le operazioni, particolarmente complesse e delicate per l'avanzato stato di decomposizione, sono andate avanti per ore, con l’obiettivo di garantire la maggiore integrità possibile al cadavere che è stato imbragato e riportato in superfice. Un intervento lunghissimo, accompagnato dagli interrogativi sull'identità dell'uomo al quale non è stato possibile dare ufficialmente un nome e un cognome.

In attesa del completamento del recupero, avvenuto a tarda sera, ancora non si è sapeva se ci fossero gli elementi utili per un riconoscimento da effettuarsi nell’immediatezza. E così è stato perché le fattezze del viso erano talmente stravolte da non rendere possibile il riconoscimento. Tuttavia una serie di elementi fanno propendere con forza che quel corpo appartenga a Mosè Cao, a partire dalla circostanza che sia l'unico unico scomparso nella zona. A questo, in mancanza di altri elementi, si deve aggiungere il fatto che l’uomo trovato nel pozzo indossasse un paio di pantaloni corti, compatibili con gli indumenti indossati da Cao al momento della sua scomparsa.

Da parte della Procura della Repubblica di Lanusei ieri sera, subito dopo il recupero del cadavere, le dichiarazioni erano improntate alla cautela.

«L'abbigliamento – ha dichiarato il procuratore Biagio Mazzeo – è simile a quello che Cao indossava il giorno della scomparsa, ma le condizioni del corpo sono tali da impedire il riconoscimento. La certezza ce la darà solo il Dna». Serviranno poi una serie di verifiche per accertare il periodo della morte e soprattutto stabilirne la causa. Solo con l'autopsia si saprà quali siano state le cause del decesso che verosimilmente sono frutto di un omicidio. Il procuratore Mazzeo e la sostituta Morra, titolare anche dell'inchiesta sulla misteriosa sparizione di Cao, avevano supposto fin dall’inizio che non poteva trattarsi di un allontanamento volontario ma avevano avviato le indagini concentrandosi sulle frequentazione del 58enne, al centro di innumerevoli vicende legate al traffico di droga. Ora la scoperta del cadavere che apre un nuovo capitolo, forse l’ultimo, del giallo.

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