La Nuova Sardegna

«Le cure negate sono femminicidio»

«Le cure negate sono femminicidio»

Tumori al seno operati a 90 giorni e Smac dirottata a Ozieri. Oggi il sit-in all’Aou

25 novembre 2021
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SASSARI. «Anche negare il diritto alle cure per le donne operate di tumore al seno è violenza, è femminicidio! Giù le mani dalla Smac di Sassari, dalle sedute operatorie dedicate e no alla mobilità territoriale del servizio». Queste parole riempiono uno striscione che questa mattina verrà appeso alla ringhiera davanti alla direzione dell’Aou di Sassari, in viale San Pietro 10. È l’atto di denuncia da parte dell’associazione “Donne libere in lotta per il diritto alla salute” in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, in rappresentanza di una trentina di malate di tumore alla mammella. « Vogliamo porre l'attenzione – dicono Luana Farina e Maria Grazia Bitti – sull'inaccettabile ritardo che devono subire le donne per essere operate di cancro al seno. Consideriamo il mancato rispetto del diritto alle cure come un vero e proprio atto di violenza nei confronti delle donne, il ritardo tra diagnosi e cura uccide. Lo denunciamo con forza in questa giornata con un azione di sensibilizzazione, per svegliare le coscienze di una medicina misogina». L’associazione nei giorni scorsi ha chiesto e ottenuto un confronto con i vertici dell’Aou sugli insostenibili ritardi nel garantire un intervento chirurgico alle pazienti oncologiche. «Abbiamo parlato col commissario Spano e il direttore sanitario Bandiera – dicono – ci hanno spiegato che è impossibile al momento ritagliare altri spazi chirurgici per la Senologia, e che l’unica soluzione praticabile sarebbe quella di spostare gli interventi a Ozieri. A noi sembra una proposta assurda. Non solo non si potenzia la Smac, così come previsto da atto aziendale e si cerca di dotarla di una sala operatoria dedicata, ma anzi si disgrega un servizio nato (proprio per la sua delicatezza e complessità) per essere multidisciplinare». (lu.so.)

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