La Nuova Sardegna

«Solinas si faccia valere il decreto è da cambiare»

di Giuseppe Centore
«Solinas si faccia valere il decreto è da cambiare»

Il presidente De Pascale boccia il Dpcm: «Compitino a vantaggio di pochi»

25 novembre 2021
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CAGLIARI. Un dubbio, una richiesta e un forte appello alla Regione. Il presidente regionale di Confindustria Maurizio De Pascale interviene sulle prossime mosse in materia di energia e imprese, chiedendo una radicale inversione di rotta al governo. Nel mirino il prossimo decreto del presidente del consiglio Draghi che disegnerà lo scenario energetico e industriale per i prossimi decenni nell’isola. Il testo, nell’ultima versione conosciuta, ma non è detto che non siano in corso altre modifiche da parte della struttura dirigenziale del Ministero per la Transizione Ecologica, non ha riscosso i favori della Regione, che attraverso l’assessore Anita Pili ha comunicato al ministro Cingolani (che dovrà firmarlo prima di consegnarlo agli uffici di Palazzo Chigi per una ultima verifica) la sua contrarietà.

«Quel decreto deve essere migliorato, si vede che è stato redatto da più mani, quasi a pezzi direi, senza una regia unica, senza una visione coerente del futuro dell’isola per i prossimi anni. Ognuno si è intestato il suo compitino, con vantaggi palesi per alcuni, ma nessuno ha pensato alla Sardegna. Mi auguro – premette De Pascale – che il comma dove si scrive che dalla Regione non sono state recapitate osservazioni sia stato solo un refuso».

Secondo il presidente di Confindustria sarda ciò che sta per essere varato dal governo, oltre a impegnare e a governare il sistema produttivo sardo per i prossimi decenni, «ma ancora in molti non hanno capito che i sistemi energetici da elemento accessorio dell’economia dei territori ne diventeranno sempre più il fulcro», rischia, «dopo aver dato i numeri, in senso letterale e figurato sulle fonti rinnovabili», di creare disparità inaccettabili tra i sardi. «Alla fine, se non cambia il testo, avremo sardi di serie A che saranno fortunati ad avere le reti del gas sotto casa, altri di serie B che dovranno sperare nel completamento dei cantieri aperti, e infine sardi di serie C, che il gas a prezzi convenienti non lo avranno mai. Tutto ciò non è degno di una società avanzata».

E qui De Pascale rispolvera, quasi a sorpresa, il “Patto per la Sardegna” firmato nel luglio del 2016 ad Alghero dall’allora premier Renzi e dal presidente della Regione Pigliaru, «documento lungimirante che disegnava una idea di Sardegna del futuro che sembra oggi essere stato dimenticato, a vantaggio di particolari interessi».

Dopo le critiche, l’appello. «forte» al governatore Solinas. «Prenda in mano il dossier, ponga al centro gli interessi dei sardi e delle imprese e ne pretenda le dovute e profonde modifiche. Il sistema energetico e produttivo sardo non può dipendere dalle aste nazionali e internazionali, non può dipendere da scelte di imprenditori che scelgono l’isola solo come area di business sulle rinnovabili, o dalla benevolenza del russo o del qatarino di turno. Abbiamo bisogno di un governo che scenda in campo pesantemente per definire un futuro energetico e industriale dell’isola e immaginando un benessere con tutte le condizioni, ambientali, sociali, culturali e anche temporali». Quest’ultimo riferimento è ai tempi annunciati delle nuove opere e delle infrastrutture che le governano. «Ho partecipato alle gare e ho lavorato a realizzare il Sapei (il cavo elettrico ad alta tensione che da dieci anni collega Sardegna e Lazio, ndr) sono sicuro che il nuovo cavo di Terna, il Tyrrhenian-link non sarà in esercizio prima del 2030. E noi non possiamo attendere quei tempi; dobbiamo avere certezze e sicurezza ben prima».

De Pascale conclude con una proposta per certi versi radicale, chissà quanto gradita da molti dei suoi associati. «La Regione su questi temi è seduta, quasi rassegnata, priva di quello stimolo necessario. Sui bacini del gas che dovrebbero essere completati ma non lo sono ancora, la Regione ha il dovere, direi quasi l’obbligo, di richiamare i concessionari al rispetto dei patti, e a incamerare le cauzioni nel caso di ritardi ingiustificati da parte delle aziende private. Dobbiamo avere tutte le aree con le reti pronte. Un solo ritardo rischia di farci apparire deboli di fronte a player più forti e persuasivi di noi».

@gcentore. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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