La Nuova Sardegna

La nuova vita di Rafel: paella, copatza e... sushi

di Enrico Gaviano
La "brigata" della cucina del Rafel con al centro l'amministratore del locale Andrea Pinna e, al suo fianco a destra, lo chef Giuseppe Marongiu
La "brigata" della cucina del Rafel con al centro l'amministratore del locale Andrea Pinna e, al suo fianco a destra, lo chef Giuseppe Marongiu

Riapre lo storico ristorante algherese e propone  i piatti della tradizione locale ma anche molte novità con lo chef Giuseppe Marongiu ed Elisa Mulargia

26 novembre 2021
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Da Rafel a Rafel, nel segno della continuità e dell’innovazione. Da poche settimane ad Alghero è in funzione al Lido, completamente rifatto a nuovo, il ristorante, loungebar, sushibar che porta un nome che ha fatto la storia della città catalana. I vecchi proprietari hanno venduto alla fine della stagione 2020 e la società con Andrea Pinna amministratore ha messo su questo locale modernissimo all’insegna del green e del rinnovamento già intuibile nella sua architettura grazie al lavoro dell’ingegnere algherese Sergio Murgia. Con un menu molto interessante, in cui la tradizione si coniuga con ricette originali, e i prodotti sardi la fanno da padrone. Appena aperto e già diventato meta di tanti algheresi e sassaresi, ma anche di molti turisti.

«La scelta di tenere il nome Rafel – sottolinea l’amministratore Andrea Pinna – è intanto un omaggio a chi per 40 anni ha lavorato in questo posto, servendo generazioni di sardi e turisti, e al capostipite della famiglia Stagnaro che ha dato il via a questa attività». L’apertura all’inizio di novembre, per un locale sul mare, è sembrata coraggiosa.

«No, è stata una scelta ponderata – replica Pinna –. Questa è una grossa attività che, in estate, oltre al ristorante e al bar avrà anche lo stabilimento balneare. Volevamo avere il tempo di metterci in moto, capire con calma il da farsi ed evitare insomma di commettere errori». Arredamento moderno e una grande vetrata che si affaccia sul mare. Il ristorante è guidato in cucina da Giuseppe Marongiu, che si è fatto le ossa come capo partita alle dipendenze di uno chef stellato che ad Alghero non ha bisogno di presentazioni, Cristiano Andreini, anima del quotatissimo “Refettorio”. «Nel menu – dice Pinna – l’attenzione è tutta verso la rivisitazione della cucina sarda e italiana, con l’utilizzo di prodotti isolani. Parliamo di carne sarda che non proviene da allevamenti intensivi, poi risorse stagionali del mare, prodotti del nostro orto. Insieme tutto il corollario fondamentale che arriva dal lavoro di piccoli produttori: le farine sarde con cui produciamo il pane, il formaggio di Nulvi, il burro di pecora, la pompia di Siniscola, l’olio, e così via».

Nel menu si trovano fra i primi la paella rivisitata e fatta a base di fregula, verdure e crudo e cotto di molluschi, o un altro piatto tipico isolano: i culurgiones con cardoncelli e chorizo, datterino, pecorino e salsa verde. Fra i secondi, ecco il tocco dello chef nella “Copatza de peix”, la zuppa di pesce, molluschi e crostacei che fa parte della tradizione algherese e che viene presentata con pesci accuratamente sfilettati. O il maialetto da latte (i turisti ne fanno grande richiesta), servito con purea di cavolfiore, funghi e salsa. Non manca la regina algherese della tavola: l’aragosta, servita, manco a dirlo, alla catalana.

«Pensiamo di aver fatto un discreto lavoro sul menu – confessa l’amministratore di Rafel –, in cui fra l’altro ci sono anche un paio di percorsi degustazione. Anche sulla carta dei vini ci sono tante sorprese per i clienti, oltre ad alcune etichette conosciute, molte bottiglie di grandissimo livello da piccoli produttori. Insomma ci sembra di avere iniziato con il piede giusto, visto che a distanza di pochi giorni sono tante le persone che sono ritornate per sedersi ancora ai nostri tavoli». Ultimo aspetto interessante, l’aver inserito nella carta anche il sushi. «Volevamo offrire intanto qualche cosa di gradito al bar – conclude Andrea Pinna –, e poi abbiamo visto che nella zona l’offerta si limita generalmente alla formula “All you can eat” e dunque abbiamo puntato ovviamente anche in questo caso sulla qualità grazie ad Elisa Mulargia che ha fatto altre bellissime esperienze come al Bistrot, e alla Sartoria del gusto. Sushi tradizionale, ma anche con qualche sorpresa, come l’offerta vegetariana o il maialino». Tante novità, insomma, che promettono di non finire qui. Al Rafel tutto è appena ri...cominciato.


 

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