La Nuova Sardegna

Più casi, ma meno gravi È l’effetto del vaccino

di ROberto Petretto
Più casi, ma meno gravi È l’effetto del vaccino

Aumenta il numero dei positivi, ma quello dei ricoveri è stabile

05 dicembre 2021
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SASSARI. Più contagi, ma ricoveri stabili o addirittura, come ieri, persino in calo. Prosegue l’andamento “a ondate” della pandemia, con la curva del contagio che riprende a crescere. Ma stavolta con una variabile importante: i ricoveri non seguono in proporzione l’andamento dei nuovi positivi. Il dato di ieri è eloquente: 199 casi registrati (sulla base di più di 10mila test effettuati), ma ricoveri in leggero calo in area medica (meno uno per un nuovo totale di 72) e situazione immutata nelle terapie intensive (13 ricoverati). Ovviamente aumenta in modo consistente il numero delle persone in isolamento: 122 in un solo giorno, per un totale che sale a 2.917. Altro dato che aiuta a vedere il sereno: un giorno senza nuove vittime.

Come va letto, quindi questa duplice situazione con più contagi e con ricoveri stazionari? Sergio Marracini, direttore del presidio ospedaliero unico di Cagliari, non ha dubbi: è merito dei vaccini. «Da una prima riflessione che merita di essere approfondita e confermata nei giorni a venire, emerge che la nuova variante appare meno aggressiva. Questo come dato epidemiologico generale - dice Marracini -. Poi c’è da dire che il vaccino sta aiutando: molti si positivizzano, ma non finiscono in ospedale. È alta la percentuale di soggetti che vengono contagiati da non vaccinati, ma essendo vaccinati non vengono ospedalizzati».

Con questa situazione ci si avvia al periodo delle feste: cosa si aspettano quelli che lavorano negli ospedali e che quindi sono “al fronte”? «A Natale e Capodanno le maggiori occasioni di incontro possano creare problemi, ma non come l'anno scorso, e questo grazie ai vaccini. Tra l’altro stiamo riscontrando una forte affluenza negli hub. C'è stato un periodo di calma, un mese fa, tanto che abbiamo chiuso uno degli hub di Cagliari. Ora siamo presi di nuovo d'assalto. Ormai, tra chi ha fatto le prime dosi, c’è la consapevolezza consolidata che il vaccino sia stato utile. Su quelli che non si sono voluti vaccinare non nutriamo molte speranze: sarà difficile convincerli, inutile lavorarci».

Perché succede questo? «Sono fideisti, si sono immolati a questa sorta di religione. Purtroppo ci sono anche colleghi. Da poco ho trascorso una domenica pomeriggio a discutere con un amico medico, un professionista eccezionale nel suo settore, a cercare di capire. Diceva cose incomprensibili per una persona che ha una formazione scientifica. Ma forse, come ha ricordato un altro mio collega, dobbiamo ricordarci che c’è un 5 per cento della popolazione del nostro pianeta che crede che la Terra sia piatta. Quindi, se non si convincono di fronte a una cosa così evidente, figuriamoci su cose più complicate».

Intanto negli ospedali, almeno sino alla fascia under 70, continuano a arrivare soprattutto non vaccinati. Ad esempio, in 4 reparti Covid del Binaghi, su 47 ricoverati ben 35 sono non vaccinati. «Il dato è ancora più eclatante se si considera solo la terapia intensiva - prosegue Marracini -. Oggi da noi abbiamo 9 persone ricoverate. Otto non sono vaccinate e quasi tutti sono della fascia tra i 40 e i 60 anni».

Sull’età c’è da introdurre un altro discorso: il numero dei ricoverati tra i vaccinati cresce nella fascia oltre i 70 anni. Sempre prendendo come parametro il Binaghi, si nota che con l’aumentare dell’età tra i ricoverati diminuiscono i non vaccinati e crescono i vaccinati. Nella fascia di età 42-51 anni i due ricoverati sono entrambi non immunizzati. Nella fascia 52-61 ci sono 7 non vaccinati e un vaccinato. In quella 62-71 i no vax sono nove, l’immunizzato uno solo. Poi la situazione cambia: tra i 72 e gli 81 anni il rapporto si equilibra: tre a tre. Per invertirsi tra gli over 82: ce ne sono ricoverati solo due, ma entrambi sono vaccinati. Il vaccino non è efficace negli anziani? Bisogna evitare il “Paradosso di Simson” e prendere in considerazione parametri fondamentali. È ovvio che se un anziano finisce in ospedale è probabile che sia vaccinato: quasi tutti oltre gli 80 anni lo sono. E poi si tratta comunque della fascia più debole e più soggetta a complicanze.

«Comunque è vero che siamo a 200 contagi - conclude Marracini -, ma sono solo positivi. Un aumento legato al fatto che il virus gira, ancora e continuerà a girare se non ci sarà una vaccinazione massiccia. Polio e difterite le abbiamo debellate grazie al vaccino».

Con questo andamento il sistema può reggere: «Siamo ancora in piedi, ci faremo l'inverno stando attenti, ma saremo meno preoccupati rispetto all'anno scorso. Certo, se fossimo stati tutti vaccinati avremmo potuto passare un Natale migliore».

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