La Nuova Sardegna

Anci e sindacati con Pisanu «Pnrr, Regione in ritardo»

di Alessandro Pirina
Anci e sindacati con Pisanu «Pnrr, Regione in ritardo»

Deiana: «L’ex ministro ha ragione: il rischio di avere poche risorse è concreto»

06 dicembre 2021
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SASSARI. I timori di Beppe Pisanu sono gli stessi di sindaci e sindacati. Tutti vedono nel Pnrr un’enorme ciambella di salvataggio in grado di riportare a riva la Sardegna in balia delle onde, ma allo stesso tempo, senza progetti adeguati da realizzare in tempi brevi e certi, la ciambella appare come un salvagente bucato che rischia di mandare più a fondo l’isola. In una intervista alla Nuova l’ex ministro dell’Interno è stato netto: «Sul Pnrr regna il silenzio inquietante della classe politica regionale, nonostante le ripetute sollecitazioni di sindaci e forze sociali che giustamente chiedono trasparenza e partecipazione». Parole che fanno proprie sia il presidente dell’Anci, Emiliano Deiana, che il segretario regionale della Cisl, Gavino Carta.

I sindaci. Deiana si schiera con l’ex titolare del Viminale partendo proprio dall’attività recente svolta insieme alla Presidenza del consiglio dei ministri sulle procedure del Pnrr. «Ho potuto vedere come sono fatti i bandi e come sono articolate le risorse – dice –. Ebbene, Pisanu ha esplicitato un rischio non solo aleatorio ma molto presente: la Sardegna rischia di avere molte meno risorse di quelle che le spettano in base alla riserva regionale. Dalle infrastrutture siamo stati tirati fuori per incapacità anche nostre, perché se non hai progetti che possono partire non possono essere finanziati. Capitolo Zes: siamo ultimi in Italia perché non abbiamo svolto le procedure necessarie. E così mentre le altre regioni del Sud prendono anche oltre 100 milioni a testa noi dobbiamo accontentarci di 10. L’isola poi, anche per colpa dello Stato, è rimasta fuori dal piano delle infrastrutture idriche. Capitolo energia: assistiamo alla volontà di Cingolani di passare alle rinnovabili senza alcuna pianificazione di ciò che serve alla Sardegna. Per fortuna è stata prevista una riserva per le regioni del Sud per istruzione, case della salute, borghi e zone interne, banda e dissesto idrogeologico. Ma sono solo briciole». Deiana, dunque, concorda in toto con Pisanu, anche sulla necessità di un nuovo patto tra Regione, sindaci e parti sociali. «Io lo dico dalla campagna elettorale del 2019. Proprio in un dibattito lanciato dalla Nuova proposi l’indizione di un nuovo congresso del popolo sardo sulla falsariga di quello che si celebrò nel 1950». Invece, non se ne è fatto nulla. Anzi. «In questi mesi noi sindaci abbiamo chiesto più volte al presidente Christian Solinas di essere sentiti ma senza mai ricevere risposta. Gli unici segnali di apertura sono arrivati dagli assessori Alessandra Zedda e Giuseppe Fasolino».

I sindacati. Gavino Carta non solo sposa la linea Pisanu, ma va oltre. «Sul Pnrr la politica regionale mi sembra abbastanza inadeguata – dice il numero uno della Cisl sarda –. Dei 187 progetti presentati non ne è entrato nessuno. Giusto il collegamento ferroviario con gli aeroporti di Alghero e Olbia e dalla stazione di Olbia verso l’Isola Bianca. Pensiamo poi alle Zes, dove la Sardegna ha ottenuto appena 10 milioni dei 630 a disposizione. Tutte le altre infrastrutture che possono essere inserite devono essere contenute in accordi di programma. Siccome i progetti non ci sono, non entra nulla. Purtroppo c’è un forte deficit di programmazione da parte della Regione». Carta concorda con Pisanu sulla necessità di un tavolo tra istituzioni e parti sociali. «Bisogna aprire una forte rivendicazione con lo Stato. Il Piano di rinascita aveva messo insieme in fase preliminare Regione, autonomie locali, sindacati e associazioni imprenditoriali per definire quelle che sarebbero dovute essere le infrastrutture prioritarie. Sul Pnrr non è stato fatto alcunché. Perché è vero che è un Piano che ci mette a disposizione risorse importanti, ma servono capacità e volontà politica forti, che passano anche dalla apertura alla partenariato, per cambiare il futuro della Sardegna attraverso una programmazione condivisa. Pisanu ha ragione: siamo in fortissimo ritardo».

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